Archivi categoria: ricostruzioni

mg, “cose chiuse fuori” (aragno, collana ‘i domani’, 2023)

Cose chiuse fuori conclude/completa e sigilla, “chiude fuori”, una possibile esalogia (“ES-a-logia”, volendo), di cui qui di séguito si dà il disegno – con nessun riferimento cronologico: i tasselli che andrebbero infatti pensati come “contemporanei in quindici anni” circa (2000-2015) sono La casa esposta, Delle osservazioni, Shelter, Delvaux, Maniera nera – e, appunto, questo libro.

Libro che – oltre a pagine inedite – riprende in parte – e colloca in struttura – anche vari e variati testi usciti in Altre ombre (La camera verde, 2004), Superficie della battaglia (La camera verde, 2006), materiali inclusi nel Nono quaderno di poesia contemporanea (Marcos y Marcos, 2007), e Delvaux (Oèdipus, 2013).

È scrittura “assertiva”? Sì, in gran parte o del tutto. L’esalogia funziona da traccia novecentesca, diciamo, all’interno di un progetto di “opera di opere”, o raggiera più ampia di testi, che sarà o vorrà essere estranea a cronologia, storia, “sviluppi” e insomma a una presunta diacronia; e che includerà, in netta maggioranza, pagine non assertive.

Nella raggiera, che si intitolerà paradossalmente Delle restrizioni, l’elemento Cose chiuse fuori occuperà un posto strutturale.

“reversing the eye. fotografia, film e video negli anni dell’arte povera”: triennale milano, dal 17 maggio

La mostra, prodotta in collaborazione con Jeu de Paume e LE BAL, riunisce grandi figure dell’arte povera e altri artisti, fotografi, e operatori video che ne hanno condiviso il percorso, mettendo in luce il ruolo rivoluzionario della fotografia e le sue molteplici contaminazioni con altre forme di espressione artistica. Tra questi è presente Luca Maria Patella, il cui lavoro la galleria Il Ponte tratta da tempo.

https://triennale.org/eventi/reversing-the-eye-arte-povera

In collaborazione con: Jeu de Paume e LE BAL, Parigi
A cura di: Quentin Bajac, Direttore di Jeu de Paume; Diane Dufour, Direttrice di LE BAL; Giuliano Sergio, curatore indipendente; Lorenza Bravetta, curatrice per fotografia, cinema e new media di Triennale Milano.

gaetano amalfitano: documentario sull’occupazione dell’università l’orientale di napoli, 1990

Documentario sull’occupazione dell’Orientale di Napoli (ora Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”) da parte degli studenti, nell’ambito del movimento nazionale della Pantera contro il disegno di legge Ruberti sulla riforma universitaria nell’inverno 1989-90.

Con interventi di alcuni docenti dell’Orientale tra cui Luigi Cortesi, Romolo Runcini, Claudio Vicentini e l’allora rettore Domenico Silvestri. E una breve intervista al volo all’editore Leonardo Mondadori.

Ideazione, riprese, montaggio e regia di Gaetano Amalfitano

Assistenza alle riprese e interviste di Rosario Longo

Napoli, febbraio 1990

video completo dell’incontro “dove graffia la pantera. la stampa indipendente racconta i movimenti”

https://www.facebook.com/Pantera90Archivio/videos/2006401799701252

cfr.
https://slowforward.net/2023/05/10/dove-graffia-la-pantera-la-stampa-indipendente-racconta-i-movimenti/

su ‘il tascabile’, oggi, un articolo su “esiste la ricerca” (milano, marzo 2023), resoconto e analisi di antonio francesco perozzi

https://www.iltascabile.com/letterature/poesia-postpoesia-sperimentazione-scrittura-di-ricerca/

in pdf, volendo, anche qui:
https://slowforward.files.wordpress.com/2023/05/perozzi_-al-di-fuori-dela-poesia.pdf

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esce ‘roots § routes’ n. 42, agosto 2023

Care.Cure.Curate: un viaggio verbale da leggere tutto d’un fiato ma anche una curva sonora non puramente melodica che raccoglie in un breve segmento un caleidoscopio di declinazioni possibili della parola cura. Una parola oggi a rischio di depotenziamento per il suo arrotondamento morbido, spesso ridotto a pratiche empatiche nell’universo delle micro-relazioni umane preferibilmente appaltate alla sfera femminile, e per la la centralità raggiunta nel periodo pandemico che l’ha resa anafora obbligata e abusata. [leggi ancora]

Care.Cure.Curate: a verbal journey to be read in one breath, but also a sound curve that is not purely melodic and that gathers in a short segment a kaleidoscope of possible declinations of the word cure. A word today at risk of depotentiation due to its soft rounding, often reduced to empathic practices in the universe of human micro-relations mainly assigned to the female sphere, and due to the centrality achieved in the pandemic period that has made it an obligatory and abused anaphora. [read more]

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17 maggio, “balla coi libri”: marcello baraghini, goffredo fofi e daniela piretti @ fahrenheit 451, roma

Mercoledì 17 maggio, alle ore 18:30
presso la Libreria Fahrenheit 451 – Campo de’ fiori 44

Goffredo Fofi, Daniela Piretti e Marcello Baraghini

presenteranno il libro

Balla coi libri

50 anni di controcultura fra passato e presente,
di Marcello Baraghini

– Iacobelli editore –

Occasione unica per incontrare il critico Goffredo Fofi e riflettere, con i protagonisti di questa presentazione, sulle trasformazioni dell’editoria e la mattanza di librerie ed editori indipendenti. Baraghini, che nel tempo ha dimostrato di essere un innovatore e resistente, insieme all’autrice del volume, ci parlerà della sua esperienza di editore militante e delle formule di antagonismo e resistenza attuali al mercato.

Un libro spontaneo, divertente, appassionante, nato quasi per caso, come spesso succede alle opere più originali e accattivanti, quelle che non si conformano a nessuna “regola di mercato”.
Nella narrazione veloce, travolgente, Marcello Baraghini si racconta a Daniela Piretti: il bambino, il giovane, il capellone, il radicale, il giornalista, il politico, l’editore…

pod al popolo, #005_ conferenza sull’installance: audio integrale (2′ 47”)

Come imperitura traccia della Conferenza sottovoce (e sotto pioggia) sull’installance, ecco il file audio dell’affollatissimo incontro, in Pod al popolo. Il podcast irregolare, ennesimo fail again fail better dell’occidente postremo. Buon ascolto.

“il corpo-suono”, frammento da un testo di marco ariano (2019)

“Ogni tanto qualcuno mi chiede quali sono i ‘prodromi’ del mio lavoro sul corpo-suono. Difficile dire, è il lavoro (in gran parte nascosto) di una vita. In questo passaggio, tratto da un contributo scritto nel 2019 per il Convegno Internazionale Dance AND Research, c’è però il senso e la direzione che sempre più in questi ultimi anni si è andata rivelando” (M.A.)