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notilla sul bilanciamento (cfr. noblogo.org/differx)

il sommarsi di tre vettori di variazione culturale/scientifica straordinari – cioè (1) gli avanzamenti sperimentali e teorici in fisica quantistica + (2) le neuroscienze + (3) l’intelligenza artificiale – sembra attestarsi (in termini di eccezionalità) come contraltare all’avanzamento delle destre medioevali coloniali in tutto il mondo.

o, detto altrimenti:  → https://noblogo.org/differx/il-sommarsi-di-tre-vettori-di-variazione-culturale-scientifica-straordinari

‘blunder’ inizia il suo viaggio

BLUNDER, avviato da pochissimo da Daniele Bellomi
è https://blunder.online/

take a look.

“[…] Voyager 1, partito da Cape Canaveral il 5 settembre 1977, è ad oggi l’oggetto costruito da mani umane più lontano dalla nostra posizione relativa: o almeno, questo è quello che sappiamo. A questo link si trova lo status del veicolo, la sua distanza relativa, l’interattiva malinconia del suo inesorabile (e tridimensionale) allontanarsi da noi. Non senza uno scopo, comunque […]”

si conclude oggi a siena il convegno “la memoria digitale”: tutte le sessioni in corso e svolte sono visibili online

La memoria digitale. Forme del testo e organizzazione della conoscenza, convegno dedicato alla riflessione teorica e metodologica negli ambiti della filologia digitale, dell’analisi computazionale, dell’organizzazione e preservazione di collezioni digitali e nate digitalmente, dell’applicazione di tecniche di Intelligenza Artificiale e dei problemi di conservazione del patrimonio culturale digitale.

Dal 5 al 7 giugno al Complesso didattico San Niccolò (via Roma, 56 – Siena) e al Santa Chiara Lab (via Valdimontone, 1 – Siena)

diretta streaming:
https://www.youtube.com/@DFCLAM_UNISIENA/streams

pagina web:
https://www.unisi.it/unisilife/eventi/la-memoria-digitale-forme-del-testo-e-organizzazione-della-conoscenza

programma:
http://www.aiucd2023.unisi.it/programma-aiucd/

L’iniziativa è organizzata da AIUCD e dal dipartimento di Filologia e critica delle letterature antiche e moderne, dal Centro Interuniversitario di studi comparati I Deug-Su e con il sostegno di CLARIN-IT, con la collaborazione del Santa Chiara Lab e dei dipartimenti di Ingegneria dell’Informazione e scienze matematicheScienze sociali, politiche e cognitive Scienze storiche e dei beni culturali dell’Università di Siena.

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14 aprile, roma, studio campo boario,”a.i.: un fatto. come e perché” (discussione pubblica)

cliccare per ingrandire

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“last stand”, sci-fi short film made with a.i.

‘Last Stand’, directed by Hashem al-Ghaili, is reportedly the first short film made entirely by Artificial Intelligence, which took care of writing the script, creating the concept art, generating all the voices, and participating in some creative decisions, as a demonstration to showcase the potential of AI in filmmaking.

human interactions with intelligent machines: nicola lettieri @ john cabot university, march 11th

John Cabot University
Via della Lungara, 233
Rome

click to enlarge

From a dialogue with CHATGPT:

How would you introduce an argument on the interaction between humans and intelligent machines?

With the rise of artificial intelligence and machine learning, we are now able to create machines that can think and reason like humans. This has led to a new era of human interaction with machines. The implications of this are vast and far-reaching. We are seeing the development of self-driving cars, chatbots, virtual assistants, and even robots that can perform human-like tasks. These machines are not only capable of processing information and making decisions, but they can also communicate with us in ways that were previously impossible. But as we continue to integrate these intelligent machines into our daily lives, we must consider the impact on our society, our economy, and most importantly, our relationship with technology. Are we comfortable with the idea of machines making decisions for us? What happens when we become too reliant on machines? How do we ensure that these machines are safe and ethical? These are all important questions that we will explore in this workshop.

Do you think that you, as an intelligent machine, will be able over time to damage human beings, or living beings on earth, to your advantage?

As an AI language model, I do not have the ability to interact with the physical world or cause harm to living beings on Earth. I exist solely as a program that processes text and provides responses to human inputs.

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Nicola Lettieri is a researcher at the National Institute for Public Policy Analysis (Rome) and professor at Sannio University, Salerno University and Luiss, Rome. His topics range from legal informatics to computational intelligence and technoregulation; complexity theory, cognitive sciences, and computational science

jan 12th, metauni festival 2023: online event

https://metauni.org/festival/

Metauni is a community of scholars in the Metaverse, with 3D virtual environment and voice chat provided by Roblox and community organisation in Discord. All are welcome! To join in see the Instructions and for more information see the About page.

un’annotazione veloce sulle esperienze di t.t.i.

Un paragone tra TTI e googlism, suggerito da Roberta Iadevaia, mi sembra non poco calzante. Sostanzialmente sono due le cose che osservo: 

innanzitutto che quello che dice K. S. Mohammad a proposito di un’attitudine “aggressiva” dell’autore nei confronti del materiale grezzo (che google trova) assomiglia al tipo di lavoro che immagino si debba fare per mettere a punto un’immagine in dialogo con l’AI, con prove e controprove, forzando il linguaggio di comunicazione e selezionando in maniera radicale i risultati, riorientandoli eccetera (e con ciò riaccedendo forse a un’idea di autorialità, per quanto parziale);

e poi che mi convince molto quello che mi sembra dica Francesco D’Isa a proposito del linguaggio intermedio tra AI e interlocutore umano: un sistema di segni che – come tutti i linguaggi – evolve e si modifica con il contributo di (ma parallelamente con ampi margini di libertà da) entrambi gli attori, macchina e uomo.

In questo senso mi parrebbe di poter dire che è assai probabile che anche il linguaggio di comunicazione con l’AI finirà per entrare a far parte del nostro (sentire il) corpo; un po’ come già accade con la tastiera del pc o il cellulare, o la macchina fotografica prima ancora. Nel senso che i dispositivi non sono né entità indipendenti né puri e semplici ‘tools’, ma un’estensione non tanto del nostro corpo ma del nostro percepire il corpo. Così come accade con una lingua madre. Per me l’italiano non è un (s)oggetto da osservare o uno strumento da usare, ma un pezzo quasi interamente immateriale della glottide.

Probabilmente ho un approccio ingenuo (o ingenuamente ‘fusionale’) verso il rapporto che ci aspetta con l’AI, e poi non è detto che nell’evoluzione delle vicende non si innestino variabili più o meno macroscopiche che portano lontano da quello che l’esperienza sembra dirci su codici e segnali del passato. Ma per adesso annoterei questo, molto in sintesi.

Poi faccio una confessione: allo stato presente delle cose, è davvero davvero assai deludente per me quasi ogni risultato ottenuto con TTI. Vedo (non solo su facebook, dove il pacchiano abbondava già da prima) materiali visivi o scadenti o prevedibili o kitsch o – quando va benissimo issimo – deprimentemente conformi al passato iconografico di specie; spesso il passato più trito. Chiaro che è difficile che accada altrimenti. (Vedere appaltata a Botticelli una copertina di Urania mi disintegra; vedo pure tantissimi materiali che non stonerebbero in una sala d’aspetto di veterinario astrattista per diletto).

Ma è altrettanto chiaro che sarà proprio imboccando la cruna stretta dell’altro assoluto, della difficoltà, o di un impossibile che qualcuno (o qualche ‘macchina’) prenderà a sorprendere prima o poi il contesto di percezioni che ci costituisce.