Archivi tag: asemic writing

giuseppe garrera intervistato da nero (sul collezionare)

L’intervista (in inglese) sul sito di NERO:
neroeditions.com/the-vertigo-of-collecting/

In italiano:

NERO: Libri, documenti e testi spesso sono i materiali più complessi da esporre e questo dipende in particolare dalla loro fragilità. Questo aspetto porta nella maggior parte delle volte ad optare per un’esposizione parziale e non soddisfacente: intrappolati sotto delle teche difficilmente è possibile fruirne in modo completo. Data la sua esperienza come curatore di diversi progetti espositivi qual è la sua opinione rispetto a tale questione? È possibile trovare delle modalità di fruizione più soddisfacenti?

Giuseppe Garrera: In realtà, a ben guardare, è un problema che si pone raramente. Libri, documenti, materiali cartacei, ephemera di cui mi occupo io soprattutto, degli anni sessanta e settanta, possiedono un carattere costitutivo: sono altamente visivi, e cioè l’artista tende a convertire in visione ogni parte del manufatto (perché sia veduto e non letto): sono produzioni visionarie e la declinazione migliore per molti di questi materiali è proprio appunto quella di intenderli come oggetti, sculture, avventure per gli occhi con tutte le impaginazioni e le soluzioni grafiche innovative e poetiche che ne scaturiscono. Funzionano per l’esposizione, provengono dal mondo del pensiero visivo e non leggente. Munari ci ha insegnato che in primo luogo un libro è un oggetto da vedere e la cui funzione non secondaria può essere anche solo quella di essere veduto e mai aperto o letto: la sua presenza è un discorso sulle forme e le idee della vista. Bruce Chatwin, per quello che purtroppo si rivelerà il suo ultimo libro, pretese e ottenne una carta, una impaginazione, una misura dei margini e delle interlinee e una scelta dei caratteri della pagina tali che il suo libro, come un testo sufi, potesse essere anche solo contemplato come un’incarnazione tipografica e un assoluto. Raccomanderei a chiunque di avere sotto gli occhi questo libro, Utz, di Chatwin, che poi, non a caso, è un libro, forse il miglior libro, dedicato al collezionare e alla vertigine del collezionare.
I libri, i documenti, le pubblicazioni e i materiali effimeri dell’arte di ricerca vanno sentiti e intesi nella loro prima se non primaria istanza come apparizioni, epifanie, direi soprattutto manomissioni ed esperimenti intorno alle forme tradizionali e convenzionali della carta: si tratta di sognare il libro, il catalogo, l’invito, la pagina di rivista, la parola stampata, non di mostrarli.

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al centro pecci di prato: musei di carta

da https://www.exibart.com/musei/centro-pecci-la-programmazione-2021-le-parole-di-cristiana-perrella/

Musei di carta. Storie di musei e archivi, opere e documenti

Progetto in collaborazione fra CID/Arti visive – Centro di informazione e documentazione del Centro Pecci di Prato e CRRI – Centro di Ricerca Castello di Rivoli

«Prosegue il programma di mostre ideato da Cristiana Perrella dedicato ad approfondire temi, periodi e linguaggi della collezione del Centro Pecci, affidandone la cura a un esperto invitato come guest curator e affiancato dal responsabile delle collezioni e archivi Stefano Pezzato.
Il progetto espositivo proposto rappresenta la prima collaborazione che mette in relazione i centri di ricerca di Rivoli e del Pecci (dopo una precedente collaborazione in occasione della mostra di Mario Merz nel 1990) ed è rivolto a investigarne funzioni pubbliche e metodologie di ricerca, portando l’attenzione del pubblico verso quei patrimoni di opere, documenti e conoscenze che gli archivi museali pubblici e privati conservano, studiano e promuovono e, quindi, analizzando l’articolato rapporto fra l’identità del museo e la dimensione dell’archivio.
Opere e documenti in mostra provengono, oltre che dalle collezioni del Centro Pecci (fra cui una selezione di libri d’artista relativi al progetto Di carta e d’altro, 1994, e di “Poesia Visiva” relativi ai progetti Primo Piano. Parole, azioni, suoni, immagini da una collezione privata, 2006; Parole contro 1963-1968. Il tempo della poesia visiva, 2009 e Controcorrente: riviste, dischi e libri d’artista nelle case editrici della poesia visiva italiana, 2012) e del Castello di Rivoli (fra cui una selezione di libri d’artista), anche da altri musei e archivi privati, partner del progetto e accostati per l’occasione ai due centri di ricerca museali pubblici: Archivio Schema, Collezione Palli, Fondazione Bonotto, Fondazione Morra, Collezione Gianni e Giuseppe Garrera».

“glitchasemics” @ new year’s eve

http://postasemicpress.blogspot.com/2020/05/glitchasemics-by-marco-giovenale-is.html

Glitchasemics

https://postasemicpress.blogspot.com/2020/09/note-su-glitchasemics-di-marco.html

https://slowforward.net/2020/05/19/glitchasemics-by-mg/

http://eexxiitt.blogspot.com/2020/05/glitchasemics-post-asemic-press.html

amazon.it/GLITCHASEMICS-Marco-Giovenale/dp/1734866209

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antonio syxty intervista mg sulle reti della ricerca letteraria

[r] _ ricerca / sperimentazione: intervista su satisfiction

credo di non aver scritto fino ad oggi niente di più completo (in termini di link e materiali) della rassegna che si può leggere in questa intervista: https://slowforward.files.wordpress.com/2017/06/mgiovenale_intervistasatisfiction_def.pdf

(primo link non più funzionante: www . satisfiction.me/ricerca-sperimentazione-intervista-a-marco-giovenale/).

(secondo link non più funzionante: www . satisfiction.se/scrittura-di-ricerca-e-scrittura-sperimentale-intervista-a-marco-giovenale/)

(la migrazione di SatisFiction da estensione a estensione ha reso nel tempo indisponibili molti materiali, purtroppo)

comunque.

grazie alla rivista e ai redattori per l’ospitalità.

chi vuole sapere qualcosa di più sulla scena o situazione della ricerca (soprattutto legata al sito gammm) grosso modo dal 2003 al 2017, può trovare nell’intervista elementi credo, spero, interessanti. di bibliografia, e link, documenti, un andamento cronologico, alcuni dati, riferimenti alla scena non italiana.

 

 

un’opera di emilio villa in “verso la poesia totale”, di adriano spatola (prima ed., rumma, 1969)

un’opera di emilio villa in “verso la poesia totale”, di adriano spatola (prima ed., rumma, 1969)

post numero 13002

slowforward.net

 

 

24 ottobre 2020

questo è il post 13002 di SLOWFORWARD, sito nato nel 2003.
764 post l’anno, per 17 anni e spiccioli, fin qui. e si prosegue.
poi non dite che la scrittura non assertiva, l’arte contemporanea (-issima), il cinema e la musica sperimentale, l’asemic writing, il glitch, la poesia concreta e visiva, i materiali non-mainstream, la poesia fuori linea, gammm, la prosa in prosa e le scritture di ricerca non esistono, eh, per favore. grazie.