La rivista CONTAINER – osservatorio intermodale esce con il secondo numero (B). Dopo due anni di lavori, covid compreso, finalmente vede la luce una pubblicazione ancora più ricca e articolata della precedente. Sono state inaugurate al suo interno nuove rubriche per permettere di ordinare al meglio la multifocalità di queste 84 vulcaniche pagine. Si va dalla critica letteraria, alle arti visive, passando per glossolalia, Carmelo Bene, Adriano Spatola, pornografia e critica radicale.
Caratteristiche tecniche:
Formato chiuso a doppia piegatura: 165×310 mm. Formato chiuso: 330×310 mm.; formato apero: 660×310 mm. Pagine: 84 Stampa: b/n Prezzo: euro 15,00 [dia•foria, 2022
La rivista è divisa in quattro fascicoli, e si pregia anche per questo numero di un nutrito laboratorio dedicato alle traduzioni (tutte prime italiane). Può essere richiesta direttamente all’indirizzo: info@diaforia.org
con Bianca Battilocchi, Gabriella Cinti, Gian Paolo Renello
venerdì 1 aprile 2022, Biblioteca Panizzi: presentazione dei libri Rovesciare lo sguardo. I tarocchi di Emilio Villa, a cura di Bianca Battilocchi; e All’origine del divenire. Il labirinto dei labirinti di Emilio Villa, di Gabriella Cinti
Nei testi poetici di Emilio Villa dedicati ai tarocchi abbondano riferimenti a realtà capovolte e subtelluriche, a labirinti interni e a un tipo di visione ad occhi chiusi. Questo materiale inedito racchiude in simboli immagini sintetiche del mondo in germe e il suo rapporto con le Origini. I versi ci conducono a una ricerca di possibili risposte nei recessi sibillini della memoria, rappresentati come infinite ramificazioni di un labirinto, un’oscurità congesta di determinazioni e contaminazioni. Il titolo di questo volume, Rovesciare lo sguardo, è un invito a cogliere le indicazioni dell’autore relative all’esplorazione poetica di un Senso nascosto e lontano. Se si accetta di immergersi in questa dimensione labirintica e opposta al senso comune, la promessa è quella di un’alchemica trasformazione dell’Io.
I labirinti di Emilio Villa costituiscono un materiale autografo di fogli sparsi inediti, a carattere poetico e non, appartenente per lo più alla sua produzione dei primi anni Ottanta. Nel volume All’origine del divenire. Il labirinto dei labirinti di Emilio Villa viene analizzata per la prima volta una selezione che rappresenta un possibile percorso, all’interno di questo corpus, in grado di evidenziare un filone portante dell’approccio villiano al tema. L’approfondimento di questo versante dell’opera di Villa si allarga alla sua intera attività seguendone le tracce sia biografiche sia attraverso la ricognizione della sua intera produzione testuale. A questo si riallaccia un’analisi dei temi di fondo della sua poetica, fino a delineare l’ipotesi di un’origine della parola nella chiave di un divenire di cui Villa si qualifica a suo modo come profeta, anticipatore di un eschaton in grado di riconnettersi all’arché. I Labirinti di Emilio Villa mettono in luce la dimensione plurilinguistica e multiculturale, filologica e paraetimologica sottesa all’intera opera del poeta, che ne rappresenta l’impronta singolarissima nell’ambito del panorama letterario contemporaneo.
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ingresso libero prenotazione obbligatoria su eventbrite
per partecipare all’evento viene richiesto il green pass rafforzato e la mascherina FFP2
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venerdì 1 aprile 2022
biblioteca Panizzi . planisfero
alle ore 17:30
presentazione dei libri
Rovesciare lo sguardo I Tarocchi di Emilio Villa
(ArgoLibri)
a cura di Bianca Battilocchi
All’origine del divenire Il labirinto dei Labirinti di Emilio Villa
(Mimesis)
di Gabriella Cinti
intervengono le autrici
Bianca Battilocchi e Gabriella Cinti
insieme al prof. Gian Paolo Renello
charta tunc cantat, nec indormir illa, crepitat charta
E.Villa
Presentare a Macerata una mostra su Emilio Villa e colmare le antiche teche della Biblioteca “Mozzi Borgetti” di curiosi oggetti poetici, libri d’artista unici e perlopiù introvabili, e rare carte manoscritte, sparse e disperse nella caosmologia villiana, significa riscoprire e, almeno in parte, ‘restituire’ una delle più prolifiche e singolari esperienze che questa città abbia mai ospitato in fatto di ricerca poetica e sperimentazione artistica. Quando, nel bel mezzo degli anni Sessanta, Villa entra in relazione con diversi artisti marchigiani, tra cui i maceratesi Silvio Craia e Giorgio Cegna, si trova subito coinvolto nella coraggiosa quanto prestigiosa attività dell’editrice “Foglio OG” di Macerata (futura “Nuova Foglio” di Pollenza), ideandone e dirigendone le più irregolari imprese editoriali fino all’inizio degli anni Settanta.
Da questa straordinaria stagione provengono i libri sulle celebri “Idrologie” (sfere testuali di plastica trasparente contenenti acqua e firmati Villa, Craia, Cegna); i titoli perduti della fantomatica collana “Lapsus”, diretta dallo stesso Villa (che riunisce autori quali Claudio Parmiggiani, Corrado Costa, Giulio Turcato ecc.); l’inudibile disco in cartone intitolato “DISCOrso”, realizzato anch’esso insieme a Craia e Cegna; il fuori-formato “Green”, opera-libro polimaterica, tesa alla ricerca di una estrema concrezione testuale su materiali poveri; o ancora il cibernetico “Brunt H Options 17 eschatological madrigals captured by a sweetromantic cybernetogamig vampire, by villadrome”, realizzato in pochi esemplari unici con varianti e interventi a mano su copertina e testo. Queste opere, insieme a molte altre pubblicate in Italia e all’estero dagli anni Sessanta ad oggi, a manifesti in copia unica e a ‘crepitanti’ fogli manoscritti, saranno esposte come tracce da seguire – come sonde – per immergersi nella straripante ricerca di Emilio Villa (1914-2003), poeta, scrittore, promotore d’arte, traduttore e biblista, universalmente riconosciuto come uno dei massimi rappresentanti della cultura europea del secondo Novecento. Geniale e polimorfo interprete di una «avanguardia permanente», per tutta una vita non smise mai di interrogarsi – di interrogare gli abissi del segno e della forma – attraversando, da «clandestino», le vertigini e i labirinti della parola poetica e dell’arte, nel tentativo – ininterrotto – di rigenerarle, di ‘riformularle’ ad «immaginazione di un dopo, di un più in là del mondo».
La mostra, a cura dell’A.P.S. “Nie Wiem” di Ancona e della libreria Catap di Macerata, è stata realizzata con il sostegno e la collaborazione della Regione Marche.
curatore:
Andrea Balietti (libreria Catap)
organizzatori: Fabio Orecchini (casa editrice Argolibri) e Virgilio Gobbi (libreria Catap)
comunicazione / progetto grafico: Francesca Torelli
ufficio stampa: Valerio Cuccaroni (casa editrice Argolibri)
catalogo: “Crepita la carta. Libri e vertigini di Emilio Villa” a cura di Andrea Balietti e Giorgiomaria Cornelio, ideato da Lucamatteo Rossi
CAOS, LABIRINTI E VERITÀ POETICA. UN WEBINAR DEDICATO A EMILIO VILLA. L’associazione culturale “Piazza del mondo”, con sede a Rovereto, nell’ambito del progetto “Futurismi di ieri e di oggi”, ha proposto un webinar su piattaforma Zoom dal titolo “Nei meandri di Emilio Villa”. Alla conversazione hanno partecipato la presidente dell’associazione Giuliana Adamo e due tra le più interessanti studiose di Villa: Bianca Battilocchi e Gabriella Cinti. L’incontro ha proposto la lettura performativa e il commento di alcuni testi di Emilio Villa pubblicati recentemente dalle due autrici. Nella presentazione, rispettivamente, di Rovesciare lo sguardo. I tarocchi di Emilio Villa (Argolibri, 2020) e All’origine del divenire: il labirinto dei Labirinti di Emilio Villa (Mimesis, 2021), Battilocchi e Cinti si sono soffermate sui nuclei tematici principali e sugli strumenti linguistici ed espressivi adottati dal poeta. Un viaggio, quello nelle opere del poeta, caratterizzato dalla dimensione dell’Enigma, interrogato e declinato nelle forme di un ludus del tutto speciale nei Tarocchi e in quelle erratiche mitico-archeologiche-etimologiche dei Labirinti. Webinar Zoom su gentile concessione della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto (CARITRO). Associazione Culturale Piazza del Mondo: http://www.piazzadelmondo.it
alle ore 18:15, tra meno di due ore, In collaborazione con Libreria Prosperi di Ascoli Piceno (AP) [Ogni acquisto effettuato su argonline (https://bit.ly/38n9qiu) sarà come se fosse stato fatto in libreria]
Volume a cura di Bianca Battilocchi
(ed. Argolibri, collana ‘Talee’ curata da Andrea Franzoni e Fabio Orecchini, 2020)
incontro
con Aldo Tagliaferri, Chiara Portesine, Fabio Pedone, Bianca Battilocchi
Rovesciare lo sguardo, questo il titolo scelto dalla curatrice Bianca Battilocchi per il libro, uscito lo scorso dicembre per Argolibri, dedicato ai “Tarocchi” di Emilio Villa, una selezione di testi poetici inediti stilati dall’autore negli anni Ottanta e ispirati allo stratificato sistema simbolico dei tarocchi, studiato e sviscerato dal poeta per oltre un trentennio.
Il poeta muove infatti dai ‘convenzionali’ Tarocchi di Marsiglia, per svilupparli poi in nuove serie di arcani (Tarots Cites, Tarots Labyrinthes, Trou Tarots, ed altri), in una consapevole dialettica tra leggibile e illeggibile che rivitalizza le provocazioni delle neoavanguardie, plasmando nuovamente la semantica poetica. Sono una costante i valori ipnotici dei versi e la lingua mitico-oracolare – mantica e sciamanica, vitalistica perchè contagiata, meticcia e metamorfica – che insieme guidano il giocatore-lettore a formule rituali, in un contesto di gusto squisitamente gnostico, tese a divinare l’origine come la fine, della Poesia, della Storia e del Mondo.
«I tarocchi villiani, labirinto di suggestioni, appunti, brogliacci e componimenti poetici che si contaminano incessantemente tra loro, costituiscono un laboratorio in progress in cui, mettendo in dubbio la compattezza di ogni narrazione presunta conclusiva, si batte la via della paradossale riattivazione di un meccanismo sociale inceppato. Paradossale perché se, da una parte, come Battilocchi rileva, “Villa demolisce e centrifuga senza fine la materia linguistica”, dall’altra, solo demolendo il linguaggio dell’obiettività assoluta, supposto aldilà del misconoscimento, gli è dato di intravedere la possibilità di opporsi alla falsificazione pianificata, ormai dilagante grazie alla potenza dei nuovi mezzi di comunicazione», scrive Aldo Tagliaferri nell’introduzione al libro: da questo nodo e da altri vicoli ciechi del labirinto scrittorio villiano muoveranno gli ospiti dell’incontro, ovvero gli studiosi e critici Aldo Tagliaferri, Chiara Portesine, Fabio Pedone e Bianca Battilocchi.
a cura di Bianca Battilocchi
(ed. Argolibri, collana ‘Talee’ curata da Andrea Franzoni e Fabio Orecchini, 2020)
incontro
con Aldo Tagliaferri, Chiara Portesine, Fabio Pedone, Bianca Battilocchi
Rovesciare lo sguardo, questo il titolo scelto dalla curatrice Bianca Battilocchi per il libro, uscito lo scorso dicembre per Argolibri, dedicato ai “Tarocchi” di Emilio Villa, una selezione di testi poetici inediti stilati dall’autore negli anni Ottanta e ispirati allo stratificato sistema simbolico dei tarocchi, studiato e sviscerato dal poeta per oltre un trentennio.
Il poeta muove infatti dai ‘convenzionali’ Tarocchi di Marsiglia, per svilupparli poi in nuove serie di arcani (Tarots Cites, Tarots Labyrinthes, Trou Tarots, ed altri), in una consapevole dialettica tra leggibile e illeggibile che rivitalizza le provocazioni delle neoavanguardie, plasmando nuovamente la semantica poetica. Sono una costante i valori ipnotici dei versi e la lingua mitico-oracolare – mantica e sciamanica, vitalistica perchè contagiata, meticcia e metamorfica – che insieme guidano il giocatore-lettore a formule rituali, in un contesto di gusto squisitamente gnostico, tese a divinare l’origine come la fine, della Poesia, della Storia e del Mondo.
«I tarocchi villiani, labirinto di suggestioni, appunti, brogliacci e componimenti poetici che si contaminano incessantemente tra loro, costituiscono un laboratorio in progress in cui, mettendo in dubbio la compattezza di ogni narrazione presunta conclusiva, si batte la via della paradossale riattivazione di un meccanismo sociale inceppato. Paradossale perché se, da una parte, come Battilocchi rileva, “Villa demolisce e centrifuga senza fine la materia linguistica”, dall’altra, solo demolendo il linguaggio dell’obiettività assoluta, supposto aldilà del misconoscimento, gli è dato di intravedere la possibilità di opporsi alla falsificazione pianificata, ormai dilagante grazie alla potenza dei nuovi mezzi di comunicazione», scrive Aldo Tagliaferri nell’introduzione al libro: da questo nodo e da altri vicoli ciechi del labirinto scrittorio villiano muoveranno gli ospiti dell’incontro, ovvero gli studiosi e critici Aldo Tagliaferri, Chiara Portesine, Fabio Pedone e Bianca Battilocchi.
17 variazioni su temi proposti per una pura ideologia fonetica di Emilio Villa, con opere originali di Alberto Burri
(Edizioni di Origine, 1955)
Aldo Tagliaferri, nella biografia di Emilio Villa, Il clandestino (p. 99 dell’edizione DeriveApprodi), parla di una ventina di copie (nella bibliografia poi specifica che erano “24”, p. 202) della prima tiratura. Copie effettivamente realizzate, ciascuna con copertina + due opere originali di Burri. Poi interviene uno stop dovuto allo scrupolo che Burri metteva nel confezionare ogni copia, che si scontrava con la quantità di impegni che l’artista stava accettando (ma: vedi più avanti).
Passano quindi sette anni prima dell’edizione 2RC, del 1962, che tenta di riprendere il progetto. Sono perciò le prime 24 copie (1955) quelle effettivamente più ambite, e con ottime ragioni, si direbbe.
Quella che lo stesso Tagliaferri definisce “seconda tiratura” (sempre a p. 202 del Clandestino, nella bibliografia) sana una situazione complicata però non dai soli impegni dell’artista, ma anche dalla poco ortodossa prassi di Villa, che spensieratamente “smembra, di certo senza alcun rimorso, [le copie] complete di cui gli era stato fatto omaggio e ne vende le pagine sparse, concupite dai collezionisti più perspicaci” (cit., p. 99): questo ovviamente determina una frattura tra Burri e Villa, che solo successivamente viene ricomposta.
Il MoMA ha una delle copie del ’55, con editore “Origine”. Nel sito del museo viene definita “one known intact set from an edition of approximately 29 variants” (https://www.moma.org/collection/works/156779). Quindi afferma che in totale non sarebbero 24 ma “approximately 29” quelle realizzate. Purtroppo nella pagina web non è citata la fonte di questa ipotesi.
Un articolo sul cortometraggio Variazioni: a visual polyphony, di Giuseppe Sterparelli, dedicato alla collaborazione fra Villa e Burri (https://atvreport.it/cultura/un-film-burri-villa-al-trinity-college-dublino/) spiega che il film tratta specificamente “del libro che i due autori, quasi mescolando le rispettive arti, fecero stampare nel marzo del 1955 a Città di Castello, presso la scuola per le arti grafiche ‘Magherini Graziani’ […] All’interno della tipografia della scuola, allora presieduta da Angelo Baldelli, il libro fu stampato sotto la supervisione tecnica di Giorgio Ascani, meglio noto come ‘Nuvolo’, il quale aveva già allora iniziato il suo percorso d’artista dopo essere stato collaboratore dello stesso Burri. La stampa fu interrotta dopo soltanto 24 copie in quanto i collezionisti estraevano le opere originali del pittore dal resto del libro. Ad oggi si conosce solo una copia integra, conservata presso il MoMA (Museum of Modern Art) di New York”.
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Si parla del titolo Pagine, per le opere di Burri, a pag. 23 del seguente catalogo a cura di Bruno Corà:
In questo interessantissimo documentario di Giovanni Carandente, Burri, una vita (1960, riproposto dalla Cineteca di Bologna), il libro fa una sua apparizione da 11′ 37” a 12′ 23”. Burri lo sfoglia e ne mostra varie pagine: