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una possibile logica dell’installance (e qualche ‘prossimità’) / differx. 2021

image by Stefan Brüggemann

image by Stefan Brüggemann

visual-poetry.tumblr.com/post/164221946826/by-stefan-br%C3%BCggemann

…ma ‘invece’, che cos’è un’installance? (termine che ho coniato nel 2010)
cfr. https://medium.com/repository/installance-aug-23rd-2010-755e30d8e3ba

ovvero (originariamente) https://installance.blogspot.com/p/host-lost-derive-river-01.html

e anche
https://operavivamagazine.org/installance/

recentemente, Johannes Bjerg: https://slowforward.net/2021/06/03/drawing-an-eye-on-a-stone-so-it-can-see-the-sky-johannes-s-h-bjerg-2021/.

ipotesi di prossimità: l’installance come opera abbandonata e persa (differx) secondo la lezione dei Sassi nel Tevere, di Emilio Villa (1949), e l’opera che si realizza quando manca, come nelle “zone di sensibilità pittorica immateriale” di Yves Klein (1957: cfr. il dattiloscritto delle Règles rituelles de la cession des zones de sensibilité picturale immatérielle, qui ovvero qui), o nella auto-destructive art di Gustav Metzger, o nel cubo nel cilindro invisibile di Gino De Dominicis (1969: terza foto in questa sequenza); o quando è distrutta ed eventualmente ‘recuperata’ in frammenti, cfr. Jean Tinguely (Homage to New York, 1960), e John Baldessari (Cremation Project, 1970); o infine irrecuperabile (Robert Barry, 1969).

poi ecco la dichiarazione di Stefan Brüggemann, sopra mostrata; ma è utile ricordare anche il lavoro di Cesare Pietroiusti, prima di Banksy. oppure le azioni di Angelo Pretolani, come quelle incluse nella serie Sotto il selciato c’è la spiaggia.

Klein:

http://www.yvesklein.com/en/films/view/86/yves-klein-propositions-monochromes-galerie-colette-allendy-suite/

§

De Dominicis:

https://www.fabiosargentini.it/gino_de_dominicis.html

§

Tinguely:

https://www.moma.org/calendar/exhibitions/3369

https://assets.moma.org/documents/moma_press-release_326185.pdf

“[…] During its brief operation, a meteorological trial balloon inflated and burst, colored smoke was discharged, paintings were made and destroyed, and bottles crashed to the ground […]”
(https://www.moma.org/collection/works/81174)

 

Jean Tinguely_ Homage to New York

§

Metzger:

& (most of all):
Gustav Metzger : “Auto-Destructive Art” (1965, H. Liversidge)

§

Baldessari:

John Baldessari, The Cremation Project, 1970 (https://magazine.artland.com/artists-who-destroyed-their-own-work/)

§

Pretolani:

§

sull’argomento cfr. anche:

– Burning Man, operazione collettiva del 1986, https://en.wikipedia.org/wiki/Burning_Man

https://www.nytimes.com/2019/03/11/t-magazine/artists-destroy-past-work.html

http://www.unclosed.eu/rubriche/osservatorio/recensioni-attualita/171-la-didascalia-mancante.html

https://slowforward.net/2011/12/11/alighiero-boetti-2/

§

Guarda che siamo di Eleusi. […] Qui il più severo e il più vero inventore sono io, che ho inventato la poesia distrutta, data in pasto sacrificale alla Dispersione, all’Annichilimento: sono il solo che ha buttato il meglio che ha fatto: quello che s’è consumato nella tasca di dietro dei calzoni scappando di qua e di là, quello scritto sui sassi buttati a Tevere, quello stampato da un tipografo che non c’è più, quello lasciato in una camera di via della croce. Solo così si poteva andare oltre la pagina bianca: con la pagina annientata.

Emilio Villa, da un appunto (“risalente alla fine degli anni Settanta o all’inizio degli Ottanta”, cfr. A.Tagliaferri, Il clandestino. Vita e opere di Emilio Villa, DeriveApprodi, Roma 2004, p. 183)

§

 

Da “Il clandestino. Vita e opere di Emilio Villa”, di Aldo Tagliaferri (DeriveApprodi, Roma 2004, p. 206)

§

“E nel 1980, avendo esposto in una galleria di Brescia le mûra di t;éb;é (poesie scritte in greco antico su lastre di plexiglas), [Emilio Villa] ha tagliuzzato i testi della sua traduzione in italiano e ne ha messo i frammenti entro sacchetti che poi ha appeso accanto alle lastre. Dunque ha scritto in una lingua morta, ha tradotto in una lingua stentatamente viva, e ha esposto la morta, la lingua impossibile, nascondendo sotto gli occhi di tutti la viva, facendo tornare indietro il senso di quelle parole, impedendole a noi, lasciando ogni cosa inascoltata”.

Nanni Cagnone, in Cognizione di Emilio Villa [1989],
in Emilio Villa poeta e scrittore, a cura di Claudio
Parmiggiani, Milano, Mazzotta, 2008, p. 336

§

 

Cecilia Bello Minciacchi nell’introduzione all'”Opera poetica” di Emilio Villa, da lei curate per L’Orma, Roma 2014

*

«Beyond self, auto-destructive art entails a loss of the artist’s ego»

(Manjinder Sidhu on Gustav Metzger,
https://www.a-n.co.uk/reviews/gustav-metzger-towards-auto-destructive-art/)

cos’è un’installance e come mai il 23 agosto 2010 ne ho scritto

il “cos’è” sì. ma il “come mai” forse non si trova qui; tuttavia quella pagina, quella strana specie di manifesto che ho scritto in quella data, la riscriverei ora: https://mgiovenale.medium.com/installance-aug-23rd-2010-755e30d8e3ba
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podcast dell’intervista di andrea penna a marco giovenale, radiotre suite, 27 apr. 2021

per ascoltare, cliccare sull’immagine (l’intervista comincia poco oltre la metà del podcast)
oppure cliccare qui (l’intervista inizia subito):
 

 

installance #0155: asemics on broken cellphone screencover

installance n. : # 0155
type : asemic writing on a broken screencover of an a40 samsung cellphone
size : cm 14 x 6,20
records : highres shot
additional notes : abandoned
date : Apr. 27th, 2021
time : 11:48am
place : Rome, via G.F.Ingrassia
footnote : ---
copyright : (CC) 2021 differx

sveglia #4, nonostante facebook, la storia e la geografia esistono

su Medium:
https://mgiovenale.medium.com/sveglia-4-nonostante-facebook-la-storia-e-la-geografia-esistono-dc8963fb4c50

(CC) 2021 differx _

Non si vede perché la storia di internet (per ciò che riguarda la letteratura) debba esser fatta partire dalla fine del primo decennio 2000, semplicemente perché è in quel torno di tempo che Facebook viene recepito da una maggioranza di italiani; né perché gli autori italiani che operano in rete e su FB debbano essere considerati solo in rapporto al (e con il) proprio Paese, e non (come è) in dialogo con altre culture. Né si capisce (ma il video qui non ne parla) come mai dalla letteratura e dalla poesia e in generale dalle scritture debbano essere costantemente esclusi influssi esterni o produzione autoriale di esperimenti verbovisivi e più in generale radicalmente extraletterari. (Che pure incidono – e non possono non incidere – sulla scrittura come sulla ricezione delle opere).

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