DUE INAUGURAZIONI ALL’ARCHIVIO STORICO COMUNALE, 1-21 dicembre
[Archivio Storico Comunale, 01.12.2023 / 21.12.2023, Sala D. Almeyda] Enzo Patti / KOSMOS / an Asemic Tazebao, installazione site-specific, 2023 / A cura di Gaetano La Rosa / col patrocinio di Fondazione Orestiadi
[Archivio Storico Comunale, 01.12.2023 / 21.12.2023, Sala Finanze] Matteo Fraterno / FROTTAGE – La materia dell’Ucciardone (anche i muri muovono le menti) / A cura di Gaetano La Rosa / col patrocinio di Fondazione Orestiadi e Fondazione Morra
#wallofsounds 2023 festival è realizzato dall’Associazione Dionysus col supporto dell’Assessorato alla Cultura di Palermo, di Studio Rizoma, della Fondazione Orestiadi, del Conservatorio Alessandro Scarlatti Palermo, della Lithuanian Embassy, del Lithuanian Cultural Institute, del Lietuvos muzikos ir teatro akademija, dell’Institut Français Palermo, dell’Istituto Cervantes Palermo, del Goethe Institut Palermo, di KULTUR ENSEMBLE, della Fondazione Morra, di 313 film production, e in collaborazione con il Sistema Bibliotecario Spazio Etnoantropologico e Archivio Cittadino.
luoghi:
Archivio Storico Comunale di Palermo Via Maqueda 157 1-21 dicembre orari: lunedì/venerdì 9.30-13.30 mercoledì 9.30-17.30 sabato e domenica 9.30-17.30
DUE INAUGURAZIONI ALL’ARCHIVIO STORICO COMUNALE, 1-21 dicembre
[Archivio Storico Comunale, 01.12.2023 / 21.12.2023, Sala D. Almeyda] Enzo Patti / KOSMOS / an Asemic Tazebao, installazione site-specific, 2023 / A cura di Gaetano La Rosa / col patrocinio di Fondazione Orestiadi
[Archivio Storico Comunale, 01.12.2023 / 21.12.2023, Sala Finanze] Matteo Fraterno / FROTTAGE – La materia dell’Ucciardone (anche i muri muovono le menti) / A cura di Gaetano La Rosa / col patrocinio di Fondazione Orestiadi e Fondazione Morra
#wallofsounds 2023 festival è realizzato dall’Associazione Dionysus col supporto dell’Assessorato alla Cultura di Palermo, di Studio Rizoma, della Fondazione Orestiadi, del Conservatorio Alessandro Scarlatti Palermo, della Lithuanian Embassy, del Lithuanian Cultural Institute, del Lietuvos muzikos ir teatro akademija, dell’Institut Français Palermo, dell’Istituto Cervantes Palermo, del Goethe Institut Palermo, di KULTUR ENSEMBLE, della Fondazione Morra, di 313 film production, e in collaborazione con il Sistema Bibliotecario Spazio Etnoantropologico e Archivio Cittadino.
luoghi:
Archivio Storico Comunale di Palermo Via Maqueda 157 1-21 dicembre orari: lunedì/venerdì 9.30-13.30 mercoledì 9.30-17.30 sabato e domenica 9.30-17.30
Milleuno ALT – Arrigo Lora Totino, a cura di Giovanni Fontana, Giuseppe Morra e Patrizio Peterlini, aperta dal 16 marzo fino al 31 luglio 2023 presso la Casa Morra Archivi d’Arte Contemporanea, Salita San Raffaele 20C, a Napoli. La Fondazione Morra ha acquisito, grazie alla collaborazione di Lou Braghin Lora Totino, moglie dell’artista, il prezioso Archivio Arrigo Lora Totino che copre un arco temporale che va dal 1964 al 2016.
Traduzioni di Luigi Ballerini, Gherardo Bortolotti, Carla Buranello, Marco Giovenale, Milli Graffi
Eco/Echo raccoglie le poesie scelte dall’autore a partire da Senses of Responsibility del 1979 fino agli ultimi testi usciti quest’anno negli Stati Uniti in Topsy-Turvy. Ma non è un’antologia con testo a fronte. È un libro bifronte: da una parte i testi in inglese, dall’altra, capovolto il volume, le traduzioni curate dai poeti italiani che hanno collaborato con Bernstein nel segno di una poesia sperimentale e d’invenzione. Il volume accoglie inoltre un saggio di Bernstein sui rapporti tra poesia americana contemporanea e poesia italiana. Per Bernstein la eco/echo-poetica è pensare alla scrittura come forma di ascolto verso una “risonanza non lineare di un motivo che rimbalza su un altro. Ancora di più, è la sensazione di allusione in assenza di allusione. In altre parole, l’eco che sto cercando – è lo stesso Bernstein a dircelo – è uno spazio vuoto: l’ombra di una fonte assente”.
*
Charles Bernstein (New York, 1950) poeta e saggista statunitense, fondatore e redattore con Bruce Andrews della rivista «L=A=N=G=U=A=G=E» (1978-81) e esponente di punta dei Language poets, ha insegnato alla State University of New York a Buffalo e alla University of Pennsylvania, dove è stato professore emerito in inglese e letteratura comparata. È co-fondatore e co-curatore, assieme ad Al Filreis, di PennSound (writing.upenn.edu/pennsound) e curatore e co-fondatore, con Loss Pequeño Glazier, di The Electronic Poetry Center (writing.upenn.edu/epc). Tra i libri più recenti: Topsy-Turvy (2021), Near/Miss (2018), Pitch of Poetry (2016), Recalculating (2013), Attack of the Difficult Poems: Essays and Inventions (2011), All the Whiskey in Heaven: Selected Poems (2010).
Traduzioni di Luigi Ballerini, Gherardo Bortolotti, Carla Buranello, Marco Giovenale, Milli Graffi
Eco/Echo raccoglie le poesie scelte dall’autore a partire da Senses of Responsibility del 1979 fino agli ultimi testi usciti quest’anno negli Stati Uniti in Topsy-Turvy. Ma non è un’antologia con testo a fronte. È un libro bifronte: da una parte i testi in inglese, dall’altra, capovolto il volume, le traduzioni curate dai poeti italiani che hanno collaborato con Bernstein nel segno di una poesia sperimentale e d’invenzione. Il volume accoglie inoltre un saggio di Bernstein sui rapporti tra poesia americana contemporanea e poesia italiana. Per Bernstein la eco/echo-poetica è pensare alla scrittura come forma di ascolto verso una “risonanza non lineare di un motivo che rimbalza su un altro. Ancora di più, è la sensazione di allusione in assenza di allusione. In altre parole, l’eco che sto cercando – è lo stesso Bernstein a dircelo – è uno spazio vuoto: l’ombra di una fonte assente”.
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Charles Bernstein (New York, 1950) poeta e saggista statunitense, fondatore e redattore con Bruce Andrews della rivista «L=A=N=G=U=A=G=E» (1978-81) e esponente di punta dei Language poets, ha insegnato alla State University of New York a Buffalo e alla University of Pennsylvania, dove è stato professore emerito in inglese e letteratura comparata. È co-fondatore e co-curatore, assieme ad Al Filreis, di PennSound (writing.upenn.edu/pennsound) e curatore e co-fondatore, con Loss Pequeño Glazier, di The Electronic Poetry Center (writing.upenn.edu/epc). Tra i libri più recenti: Topsy-Turvy (2021), Near/Miss (2018), Pitch of Poetry (2016), Recalculating (2013), Attack of the Difficult Poems: Essays and Inventions (2011), All the Whiskey in Heaven: Selected Poems (2010).
«Prosegue il programma di mostre ideato daCristiana Perrelladedicato ad approfondire temi, periodi e linguaggi della collezione del Centro Pecci, affidandone la cura a un esperto invitato comeguest curatore affiancato dal responsabile delle collezioni e archiviStefano Pezzato.
Il progetto espositivo proposto rappresenta la prima collaborazione che mette in relazione i centri di ricerca di Rivoli e del Pecci (dopo una precedente collaborazione in occasione della mostra diMario Merznel 1990) ed è rivolto a investigarne funzioni pubbliche e metodologie di ricerca, portando l’attenzione del pubblico verso quei patrimoni di opere, documenti e conoscenze che gli archivi museali pubblici e privati conservano, studiano e promuovono e, quindi, analizzando l’articolato rapporto fra l’identità del museo e la dimensione dell’archivio.
Opere e documenti in mostra provengono, oltre che dalle collezioni delCentro Pecci(fra cui una selezione di libri d’artista relativi al progettoDi carta e d’altro, 1994, e di “Poesia Visiva” relativi ai progettiPrimo Piano. Parole, azioni, suoni, immagini da una collezione privata, 2006;Parole contro 1963-1968.Il tempo della poesia visiva, 2009 eControcorrente: riviste, dischi e libri d’artista nelle case editrici della poesia visiva italiana, 2012) e delCastello di Rivoli(fra cui una selezione di libri d’artista), anche da altri musei e archivi privati, partner del progetto e accostati per l’occasione ai due centri di ricerca museali pubblici:Archivio Schema,Collezione Palli,Fondazione Bonotto,Fondazione Morra, Collezione Gianni e Giuseppe Garrera».
17 variazioni su temi proposti per una pura ideologia fonetica di Emilio Villa, con opere originali di Alberto Burri
(Edizioni di Origine, 1955)
Aldo Tagliaferri, nella biografia di Emilio Villa, Il clandestino (p. 99 dell’edizione DeriveApprodi), parla di una ventina di copie (nella bibliografia poi specifica che erano “24”, p. 202) della prima tiratura. Copie effettivamente realizzate, ciascuna con copertina + due opere originali di Burri. Poi interviene uno stop dovuto allo scrupolo che Burri metteva nel confezionare ogni copia, che si scontrava con la quantità di impegni che l’artista stava accettando (ma: vedi più avanti).
Passano quindi sette anni prima dell’edizione 2RC, del 1962, che tenta di riprendere il progetto. Sono perciò le prime 24 copie (1955) quelle effettivamente più ambite, e con ottime ragioni, si direbbe.
Quella che lo stesso Tagliaferri definisce “seconda tiratura” (sempre a p. 202 del Clandestino, nella bibliografia) sana una situazione complicata però non dai soli impegni dell’artista, ma anche dalla poco ortodossa prassi di Villa, che spensieratamente “smembra, di certo senza alcun rimorso, [le copie] complete di cui gli era stato fatto omaggio e ne vende le pagine sparse, concupite dai collezionisti più perspicaci” (cit., p. 99): questo ovviamente determina una frattura tra Burri e Villa, che solo successivamente viene ricomposta.
Il MoMA ha una delle copie del ’55, con editore “Origine”. Nel sito del museo viene definita “one known intact set from an edition of approximately 29 variants” (https://www.moma.org/collection/works/156779). Quindi afferma che in totale non sarebbero 24 ma “approximately 29” quelle realizzate. Purtroppo nella pagina web non è citata la fonte di questa ipotesi.
Un articolo sul cortometraggio Variazioni: a visual polyphony, di Giuseppe Sterparelli, dedicato alla collaborazione fra Villa e Burri (https://atvreport.it/cultura/un-film-burri-villa-al-trinity-college-dublino/) spiega che il film tratta specificamente “del libro che i due autori, quasi mescolando le rispettive arti, fecero stampare nel marzo del 1955 a Città di Castello, presso la scuola per le arti grafiche ‘Magherini Graziani’ […] All’interno della tipografia della scuola, allora presieduta da Angelo Baldelli, il libro fu stampato sotto la supervisione tecnica di Giorgio Ascani, meglio noto come ‘Nuvolo’, il quale aveva già allora iniziato il suo percorso d’artista dopo essere stato collaboratore dello stesso Burri. La stampa fu interrotta dopo soltanto 24 copie in quanto i collezionisti estraevano le opere originali del pittore dal resto del libro. Ad oggi si conosce solo una copia integra, conservata presso il MoMA (Museum of Modern Art) di New York”.
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Si parla del titolo Pagine, per le opere di Burri, a pag. 23 del seguente catalogo a cura di Bruno Corà:
In questo interessantissimo documentario di Giovanni Carandente, Burri, una vita (1960, riproposto dalla Cineteca di Bologna), il libro fa una sua apparizione da 11′ 37” a 12′ 23”. Burri lo sfoglia e ne mostra varie pagine: