Archivi tag: kitsch

il disastro estetico in italia (ovvero: le statue da giardino)

se uno vuole un esempio del disastro estetico in italia, applicabile pari pari alla poesia, può vedere questo video: https://www.facebook.com/share/r/1BYuFRN2Cn/

una fatica della madonna, quintali di materiale da togliere, per arrivare al kitsch. ma non faceva prima, questo apprezzato scultore, a comprare qualcosa del genere dai cinesi?

ma non fanno prima, i poeti italiani, a dedicarsi alle coreografie della tv di stato?


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la wayback machine in aiuto della memoria poetica d’italia / mg. 2022

archive.org permette di archiviare delle pagine web attraverso la sua Wayback Machine.
da tempo ho installato sul browser la WM per poter salvare pagine che, nel caso andassero perdute, rischierebbero di determinare il crollo della civiltà come noi la conosciamo.
basta un hosting che si inceppa o muore, un blackout di server, un mancato pagamento del dominio, e una immane fioritura può venir incenerita issofatto.

ma cosa esattamente sto salvando?
ebbene, sto salvando e archiviando la poesia più monnezzona che leggo in rete, soprattutto se di grandi nomi.

una volta su “Cuore” c’era la rubrica Niente resterà impunito.
ebbene, penso che sia un dovere civico di ogni buon Italiano, almeno dal glorioso 20 settembre 1870, conservare memoria di ciò che affligge la Patria e ne turba il sano sviluppo.

così io vi esorto, o Italiani, salvate a futura memoria i monnezzoni poetici tossici. la Patria lo esige!

il cinema italiano non è finito, e nemmeno la poesia (un post del 2020)

e la poesia… la poesia italiana! anche lei, credimi, Lorenzo:
non è finita, anche lei continua… continua…
coi suoi Neri Parenti, i suoi Boldi e Christian De Sica
eccetera

il cane con la pipa in bocca. ovvero l’erosione della percezione del letterario / mg. 2023

 

 

audioannotazione sulla poesia italiana contemporanea, il mainstream, il kitsch, il pacchiano, il sottobosco e la sua ascensorizzazione.

insomma: perché in scaffale troviamo quello che troviamo.

 

doppia intervista su ‘lay0ut magazine’

https://www.layoutmagazine.it/snuff-box-poesia-impegno-interviste-carnaroli-giovenale/

intervista ad Alessandra Carnaroli e Marco Giovenale

*

grazie a Lay0ut, a Massimo Palma e a Sara Sermini.

Gesto. Prendere la parola, dare voce, togliere la parola, restituire il silenzio. C’è un gesto, tra questi, che ti sembra rappresentare la tua scrittura poetica? Oppure nessuno di questi?”

la situazione in poesia / differx. 2022

a roma, 25-26-27 novembre, “walter benjamin e antonio gramsci: dialettiche di un incontro mancato – attualità di un confronto”

 

convegno-walter-benjamin-e-antonio-gramsci-dialettiche-di-un-incontro-mancato-attualita-di-un-confronto/

PROGRAMMA

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“tutto qua”: notilla sul pacchiano e il banale nella poesia italiana contemporanea

détournement & kitsch. les cartes postales de hp zimmer

Sandro Ricaldone

DÉTOURNEMENT & KITSCH
Les cartes postales de HP Zimmer
Texte de Jacopo Galimberti
Préface de Fabrice Flahutez
Presses Universitaires de Paris Nanterre

Entre 1957 et la fin de sa vie, l’artiste situationniste et membre du groupe Spur HP Zimmer détourne des centaines de cartes postales. Mêlant l’art d’avant-garde au kitsch le plus grotesque, ces oeuvres convoquent la pensée de Nietzsche pour critiquer la société du spectacle, sans renoncer à une vision hédoniste de la politique et de la vie. Savants et enjoués, les détournements de Zimmer cherchent à affirmer de nouvelles valeurs, transformant le kitsch en une arme redoutable contre le bon gout bourgeois.
Les cartes postales détournées, conservées dans les archives del’artiste, sont publiées pour la première fois dans leur intégralité, et complétées par un essai inédit.

presses-universitaires.parisnanterre.fr/index.php/produit/detournement-kitsch-les-cartes-postales-de-hp-zimmer-die-postkarten-von-hp-zimmer/

flarf irriflesso. un altro esempio / differx. 2021

adesso è più chiaro quello che intendo per kitsch (e kitsch incosciente) anche in poesia? o flarf irriflesso.
(il flarf propriamente detto è invece ‘intenzionalmente’ kitsch, ‘vuole’ far raggricciare di orrore).
 
sono sicuro che lo scultore di Padre Pio può motivare con ragioni ritmiche (e rimiche) millimetriche la sua opera. dirci il perché dell’inclinazione, della pesantezza della struttura, del volto ardito del frate, della rampa di lancio o sbilanciamento, del cappuccio che svolazza con effetto “fiamme di Ghost Rider”, del corpo bucato, a cassetti, e incastrato anzi ‘incriccato’ dell’eroe della fede. sono sicurissimo. immagino riferimenti a Dalì, Savinio, cubismo, bizzarrie seicentesche, Giovanni Battista Bracelli, la Marvel.

l’opera è iper-motivata: da elementi di ‘necessità’ formale. ne possiamo essere certi. in ogni sua parte e nel complesso morfologico/semantico si ‘spiega’. ha struttura.
ma?
ma è irrimediabilmente inconsapevolmente orrenda, pacchiana.
imbarazza, fa ridere, stop.

***
nelle foto:
il monumento a Padre Pio (Benevento), un’opera di Bracelli, i prevedibili robottoni (Daitarn 3 in testa), e il pregevole/ironico tavolino cubo di Antartidee.