https://www.raicultura.it/arte/articoli/2022/03/I-100-anni-di-Mirella-Bentivoglio-fa074f53-0271-4d3a-8609-6ad18ccd5bcf.html
Sandro Ricaldone
MIRELLA BENTIVOGLIO
The Other Side of the Moon
L’altra faccia della luna
a cura di Paolo Cortese e Davide Mariani
http://www.postmediabooks.it/2022/328bentivoglio/9788874903283.htm
postmedia books 2022
Mirella Bentivoglio è stata una artista, poetessa e performer che ha operato nell’ambito delle poetiche verbo-visuali occupandosi sia di poesia concreta che di poesia visiva come critico e artista, con le sue composizioni di parole e immagini, collage e grafiche. Mirella Bentivoglio ha anche curato numerose iniziative di arte al femminile in Italia e all’estero, tra cui la mostra di ottanta donne Materializzazione del linguaggio ai Magazzini del Sale nell’ambito della 37a Biennale di Venezia (1978). Ha pubblicato poesie in volume per Scheiwiller nel 1943 e monografie e saggi in Italia e all’estero (Francia, Stati Uniti, Paesi Bassi, Germania), editi, tra gli altri, da Fabbri, Mazzotta, Eidos. Nel 2011 l’artista ha donato la sua ricca collezione-archivio di arte al femminile, raccolta in anni di forte impegno anche come curatrice di mostre, al “Mart” (Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto). Il libro accompagna l’omonima mostra al Museo Stazione dell’Arte di Ulassai (dal 25/9 – al 5/12/2021) e all’Istituto Italiano di Cultura di Atene in collaborazione con Gramma_Epsilon Gallery (dal 8/3 – al 10/5/2022). Con saggi in italiano e inglese di Rosaria Abate, Davide Mariani e Rosanna Ruscio.
L’intera vicenda artistica di Mirella Bentivoglio può essere ben raffigurata attraverso l’azione, tanto concettuale quanto materiale, del “rompere” per “costruire” o “ri-costruire”. Sarà questa attitudine, infatti, a definirne la poetica e il pensiero critico. Durante il suo lungo percorso creativo, l’artista ha, di fatto, “rotto” parole, espressioni, schemi e concezioni, con l’intento non solo di dare forma a nuove visioni e interpretazioni ma, soprattutto, di svelare il senso profondo della natura e della cultura. Quel “rompere”, Bentivoglio, lo intende come la metafora di una frattura da cui trapelano inediti significati, capaci di andare al di là delle apparenze per mostrare la reale essenza delle cose. Le origini del suo operare, come è stato più volte segnalato, sono riconducibili a Marcel Duchamp, a Man Ray, al dadaismo ma anche e soprattutto al futurismo, aspetto quest’ultimo confermato dalla stessa artista in un’intervista rilasciata in tarda età.
_ Davide Mariani
Il senso della rappresentazione in stretto rapporto con gli spazi all’aperto, l’attenzione al valore antropologico del rapporto uomo e natura, erano aspetti d’una ricerca largamente praticata negli anni Settanta. In Europa e anche in Italia, c’erano artisti e collettivi che operavano nel sociale e s
ul territorio, negli spazi della natura, costituendo una rete di presenze attive e vitali alla quale Mirella Bentivoglio rispondeva proponendo la sua poetica complessa e individuale. Senza cedere alle facili suggestioni, l’artista aveva elaborato uno stile personalissimo che corrispondeva alla sua complessa visione delle cose, dove ogni singolo elemento si legava ad un altro condizionando e restando condizionato. Così, anche la scelta della città come luogo in cui far vivere l’opera diventava l’occasione per ribadire la potenzialità, congetturale e plurima racchiusa entro ogni cosa. “Il monumento occidentale è il feticcio del potere e l’emblema occulto della paura: celebra la morte, e ha un significato univoco- scriveva nel 1983- io cerco invece di realizzare strutture pubbliche che stabiliscano rapporti col contesto etnico e spaziale dando luogo a metafore aperte”.
_ Rosanna Ruscio
THE POETRY OF TRANSLATION
A cura di Judith Waldmann
13.11.2021 – 13.02.2022
Kunst Meran Merano Arte
Via Portici 163, Merano
[…] what I consider to be one of the most important arts of the future:
the art of translation.
Édouard Glissant (1928-2011)
Kunst Meran / Merano Arte indaga l’appassionante fenomeno della traduzione attraverso una mostra collettiva. 30 importanti artisti e artiste, nazionali e internazionali, proporranno oltre 70 lavori capaci di far luce sul processo della traduzione da prospettive inedite. Per la prima volta, saranno messe in relazione le opere di artiste e artisti tra cui Annika Kahrs, Anri Sala, Babi Badalov, Ben Vautier, Carla Accardi, Cerith Wyn Evans, Christine Sun Kim & Thomas Mader, Ettore Favini, Elisabetta Gut, Franz Pichler, Irma Blank, Jorinde Voigt, Kader Attia, Katja Aufleger, Ketty La Rocca, Kinkaleri, Lawrence Abu Hamdan, Lawrence Weiner, Leander Schwazer, Lenora De Barros, Maria Stockner, Mirella Bentivoglio, Siggi Hofer, Slavs and Tatars, Tomaso Binga.
Traendo ispirazione dalla condizione multilingue vissuta in Alto Adige e dalla sua complessa storia di convivenza interetnica, Kunst Meran Merano Arte si pone come il contesto ideale per una mostra dedicata alla traduzione, che intende porre interrogativi su concetti quali l’identità, il multiculturalismo, la diversità.
THE POETRY OF TRANSLATION guarda al complesso processo della traduzione tanto in qualità di fonte di partecipazione, comprensione internazionale, creatività, genio e poesia quanto come possibile causa di incomprensioni ed esclusioni. La traduzione è intesa come un processo creativo da cui scaturisce sempre qualcosa di nuovo.
A partire dalla traduzione di tipo linguistico, la mostra allarga l’indagine alla trasposizione di ulteriori sistemi segnici (artistici) come la musica, il canto, la danza, la luce, i codici digitali o la pittura. Attraverso alcune opere esposte, in cui unità di codice morse sono tradotte in segnali luminosi (Cerith Wyn Evans, Goodnight Eileen, 1982) o la musica in disegno (Jorinde Voigt, Ludwig van Beethoven – Sonate Nr. 1 bis 32, 2012), l’esposizione intende porre interrogativi come: cosa succede quando un sistema viene trasferito in un altro? E cosa accade quando un visitatore non è in grado di decifrare il codice di un sistema di segni e si ritrova a confrontarsi con degli schemi astratti?
Le ricerche contemporanee sono inoltre accompagnate da due excursus storici: una sala è dedicata alle lingue artificiali. Tanto l’esperanto che il linguaggio internazionale per immagini isotype (sviluppati, rispettivamente, nel 1887 da Ludwik Zamenhof e nel 1925 da Otto Neurath) ci raccontano il desiderio di un mondo antinazionale e senza traduzioni. Una seconda sala si confronta con la poesia visiva e concreta degli anni ’60 e ’70, dando spazio – in particolare – a un gruppo di artiste che erano state riunite da Mirella Bentivoglio in occasione della mostra Materializzazione del Linguaggio, realizzata in occasione della Biennale di Venezia del 1978, che aveva aperto prospettive inedite e dato spazio alla visione femminile del linguaggio e alla traduzione del linguaggio in forme visive.
La mostra prevede un ampio programma di iniziative, di offerte didattiche, visite guidate e incontri, tra cui un artist talk di Francesca Grilli, un concerto di Alessandro Bosetti, in collaborazione con Ensemble Conductus, e una performance di Kinkaleri.
Il percorso espositivo è completato da due opere di arte pubblica realizzate da Lawrence Weiner e Heinz Gappmayr presso l’ospedale di Merano.
È attesa per dicembre 2021 la pubblicazione di un volume edito da Mousse Publishing con una raccolta di testi inerenti alle opere in mostra.
Ada De Pirro sulla pratica dell’asemic writing:
Francesca Biasetton, Laura Cingolani, Mariangela Guatteri,
Floriana Rigo, Tommasina Bianca Squadrito, Martina Stella
antinomie.it/index.php/2021/03/08/sei-trame-asemiche/
_
Videorealizzazione di una parola ossia Parola fluida su pagina-schermo da Oggetto cinetico-luminoso (1972) a video verbale (2007).
Frammento.
(Collezione Garrera)
https://www.instagram.com/p/CIOSOvulc1B/
https://instagram.com/stories/museomlacsapienza/2456143418038988736
frammento dall’intervista a Gianni e Giuseppe Garrera, nel catalogo della mostra “Oltre la parola”, dedicata a Mirella Bentivoglio
(cfr. https://slowforward.net/2019/10/01/oltre-la-parola-mirella-bentivoglio/)