Archivi tag: neofascismo

notilla sul bilanciamento (cfr. noblogo.org/differx)

il sommarsi di tre vettori di variazione culturale/scientifica straordinari – cioè (1) gli avanzamenti sperimentali e teorici in fisica quantistica + (2) le neuroscienze + (3) l’intelligenza artificiale – sembra attestarsi (in termini di eccezionalità) come contraltare all’avanzamento delle destre medioevali coloniali in tutto il mondo.

o, detto altrimenti:  → https://noblogo.org/differx/il-sommarsi-di-tre-vettori-di-variazione-culturale-scientifica-straordinari

12 dicembre, Piazza Fontana, strage di stato: non dimentichiamo

Per non dimenticare… Milano 12 dicembre 1969, la strage fascista e di stato di Piazza Fontana.
Il 12 dicembre 1969, ore 16.37: una bomba confezionata con 7 kg di tritolo esplode nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura di Piazza Fontana, a Milano, una strage che costò 17 morti e 88 feriti.

foto del corteo per il 12 dicembre_ STRAGE DI STATO_ MILANO NON DIMENTICA

src: facebook.com/permalink.php?story_fbid=pfbid0xWsHVGkaswhLsCPtjsNJ2RJpNw5y2XNHLjSBZxPB5XTcyaeid3FuuEMPWEKpVQDXl&id=100068389249985

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Il 12 dicembre 1969 una bomba, collocata dal gruppo terroristico di estrema destra Ordine Nuovo, esplode nel salone della Banca Nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana. Da qui partono i tram che collegano il cuore di Milano con le sue periferie. Gli autori della strage puntano a trasformare in paura il vento di partecipazione di quegli anni e forse si aspettano una reazione popolare scomposta e disordinata. Nei giorni successivi però la risposta di Milano è di commossa partecipazione al dolore dei famigliari delle vittime e dei feriti e di dignitosa fermezza nella difesa della democrazia e della Costituzione.

https://fondazioneisec.it/attivita/progetti/12-dicembre-1969-strage-di-piazza-fontana-la-risposta

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Qualche minuto prima della esplosione, un altro ordigno venne rinvenuto, inesploso, nella sede della Banca commerciale di piazza della Scala, sempre a Milano.
Tra le 16.55 e le 17.30, a Roma, si verificarono altre tre esplosioni: una, all’interno della Banca nazionale del Lavoro di via San Basilio; altre due, sull’Altare della Patria di piazza Venezia. Questi attentati provocarono feriti e danni.
I cinque attentati del pomeriggio del 12 dicembre 1969 segnarono l’inizio di quel periodo della vita del Paese che va sotto il nome di strategia della tensione.

src: memoria.cultura.gov.it/la-storia/-/event/fact/be3c59cc-71ff-4f64-a3e2-912d9595e559%237ac9e301-33a9-4363-8137-8b50b8fd11fc/Strage+di+piazza+Fontana+(MI)

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Milano 15 dicembre 1969: Piazza Fontana e il caso Pinelli

la situazione impressionante della “libertà di parola” negli Stati Uniti

“kimmel, colbert e gli altri. l’attacco della destra di trump alla libertà di parola negli usa”
https://www.radiopopolare.it/kimmel-colbert-e-gli-altri-lattacco-della-destra-di-trump-alla-liberta-di-parola-negli-usa/

riproposto qui: https://poliverso.org/display/0477a01e-4568-cc5b-6cc7-fad909390376

#radiopopolare #usa #libertadiparola #giornalismo #censura #fascismo #neofascismo #suprematismo

Chiara Cruciati sul “manifesto”: La «giustizia» di Netanyahu e l’abbraccio all’ultradestra

Chiara Cruciati sul “manifesto”:
La «giustizia» di Netanyahu e l’abbraccio all’ultradestra

israele: Passa la riforma che sottopone la magistratura al potere politico mentre israele accoglie sovranisti e neonazisti di mezzo mondo. Da LePen a Orbán, da Vox a Wilders. E ora Tel Aviv apre anche ai tedeschi di Afd

https://ilmanifesto.it/la-giustizia-di-netanyahu-e-labbraccio-allultradestra

“«Abbiamo reso di nuovo cool essere pro-Israele». Parola di Matt Schlapp, presidente dell’American Conservative Union, l’organizzazione che gestisce la Conservative Political Action Conference statunitense. Uno che appena il mese scorso discuteva con Fratelli d’Italia per portare la sua convention a queste latitudini, dopo averla condotta in tournée nell’Ungheria di Orbán.

Da un po’ di tempo la Cpac, inaugurata nel 1974 da Ronald Reagan, è diventata un punto di riferimento delle ultradestre globali e delle loro motoseghe. Tanto a destra da suscitare un putiferio quando […]” –> continua qui: https://ilmanifesto.it/la-giustizia-di-netanyahu-e-labbraccio-allultradestra

michela becchis: le città della monetizzazione generalizzata sono già città repressive

le città della monetizzazione sono già città di repressione

https://slowforward.net/2025/08/24/le-citta-della-monetizzazione-sono-gia-citta-di-repressione/

il comunicato del sindaco di milano al momento dello sgombero del leoncavallo

Qui di seguito il comunicato del sindaco di Milano Beppe Sala sullo sgombero (in corso, alla pubblicazione del testo) del Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito, scavalcato direttamente dal ministro dell’interno.

Milano, 21 agosto 2025 – “Ieri ero a Palazzo Marino, impegnato in incontri di lavoro. Ho delegato il vicecomandante della Polizia locale in mia rappresentanza a partecipare al Comitato per l’Ordine e la Sicurezza che, come consuetudine, si tiene ogni mercoledì. In quella sede non è stato fatto cenno ad alcuno sfratto esecutivo del centro sociale Leoncavallo.
Per un’operazione di tale delicatezza, al di là del Comitato, c’erano molte modalità per avvertire l’Amministrazione milanese. Tali modalità non sono state perseguite.
Ho ricevuto stamattina dal Prefetto la notizia.
L’intervento sul Leoncavallo era sì previsto, ma per il 9 settembre. In considerazione di questa timeline ufficiale, come Comune avevamo continuato, con i responsabili del Leoncavallo, un confronto che portasse alla piena legalità tutta l’iniziativa del centro. Come sottolineato da alcuni quotidiani, si stavano valutando varie soluzioni a norma di legge, che potessero andare nel senso auspicato.
Sono convinto, e l’ho già dichiarato in precedenza, che il Leoncavallo rivesta un valore storico e sociale nella nostra città. È la mia opinione, so che le mie parole non troveranno d’accordo tutti. A mio parere, questo centro sociale deve continuare ad emettere cultura, chiaramente in un contesto di legalità. Da anni e anni è un luogo pacifico di impegno. Confermo la volontà di mantenere aperta l’interlocuzione con i responsabili delle attività del centro sociale”.

Così il Sindaco di Milano Giuseppe Sala:
https://www.comune.milano.it/-/nota-del-sindaco-sala-4

https://www.facebook.com/docpepper.ilconsole/posts/pfbid06CvtBjVdvN5PsRELPWEX1jESWckevLV56NQnvVAXrLBPQEt8EhRaLv89VkVppyysl

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e tuttavia:
https://differx.noblogs.org/2025/08/24/michela-becchis-le-citta-della-monetizzazione-generalizzata-sono-gia-citta-repressive/

suprematismo bianco in edicola

dal “manifesto”

“Per l’estate 2025 il gruppo editoriale di Maurizio Belpietro ha deciso di portare sotto gli ombrelloni degli italiani non la ristampa di un grande serie di romanzi gialli, tantomeno un instant book sui temi del momento, ma di lanciare in edicola un misconosciuto romanzo degli anni Settanta che è un cult per l’estrema destra razzista di tutto il mondo.
[…]
In Italia fino a ieri chi voleva leggerlo poteva acquistarlo presso le Edizioni di Ar di Franco Freda, in buona compagnia con i grandi classici del nazismo e la più varia pubblicistica neofascista (gli intenditori possono pescare anche una raccolta di articoli dell’attuale direttore della Biennale di Venezia, Pietrangelo Buttafuoco). Oggi può comprarlo dal giornalaio, pubblicizzato con il grido «un capolavoro politicamente scorretto che ha previsto il fenomeno dell’immigrazione di massa»”.

di che si tratta?
l’articolo di Valerio Renzi qui:
https://ilmanifesto.it/sostituzione-etnica-il-libro-cult-della-destra-in-edicola

#suprematismo #suprematismobianco #razzismo #razzisti #neofascismo #neofascisti

#ilmanifesto #valeriorenzi

FIRMARE per FERMARE il DDL 1660

L’unica sicurezza che il decreto 1660 implementa è la sicurezza dei governi liberticidi di fare quello che vogliono rimanendo indisturbati, impunemente al riparo da qualunque protesta.

FIRMARE per FERMARE il DDL1660:

https://slowforward.net/2024/10/01/fermare-il-ddl-liberticida-molto-impropriamente-chiamato-decreto-sicurezza/
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Andrea Fabozzi sul ‘manifesto’, a proposito dei fatti di Pisa e Firenze

Andrea Fabozzi
https://ilmanifesto.it/

«Trovandone condivisione» è una di quelle formule politiche zoppicanti nella sintassi ma efficaci nella sostanza destinate a essere ricordate a lungo. Il presidente della Repubblica l’ha inventata per sgretolare la linea del ministro di polizia Piantedosi, che ancora l’altro giorno difendeva i pestaggi di Pisa e Firenze, senza umiliarlo ufficialmente.

Mattarella fa sapere di avergli «fatto presente», e anche qui il termine molto pesante è scelto con cura, le regole della nostra Costituzione, ma prima ancora della nostra stessa convivenza civile. Il ministro alla fine, vuole l’ufficialità, ha condiviso. Ma è chiaro che la correzione di rotta del Quirinale non poteva essere più brusca e netta e questa sfiducia di fatto consiglierebbe a chiunque di farsi da parte. È chiarissimo però che Piantedosi non si dimetterà.

Il ministro che doveva essere la versione più accorta di Salvini – e sta invece riuscendo nella missione impossibile di fare peggio – è la conferma della regola aurea per cui alla guida del Viminale non bisogna metterci un prefetto. Imperturbabile quando ha chiamato i migranti «carico residuale» o quando ha dato la colpa dei profughi morti in mare ai loro genitori incoscienti, sopravviverà anche stavolta.

Al «fallimento», come lo ha chiamato senza mezzi termini il capo dello Stato, che è un fallimento doppio. Prima quello dei «manganelli» sui «ragazzi» – nemmeno qui il presidente ha usato metafore – e poi quello della comunicazione successiva, senza una mezza parola di scuse ma solo la rivendicazione delle violenze.

Così ha fatto anche Meloni, silenziosa e poi nascosta dietro lo squallore di una nota anonima del partito in cui però è fin troppo evidente il suo stile di vittima perenne. La colpa anche stavolta sarebbe della sinistra. Una risposta vigliacca con dentro il vecchio tic autoritario e il nuovo oscurantismo calato sulla causa palestinese e su tutto il protagonismo dei giovani.

Ma anche una sfida al presidente della Repubblica che prende corpo giorno dopo giorno quasi inevitabilmente, persino oltre le convenienze immediate della capa del governo. Dimostrazione evidente di dove lei intenda portare il paese con la sua investitura diretta e in quale gabbia voglia rinchiudere il capo dello stato con il passaggio al premierato. Se la risposta più ferma ai manganelli di stato la danno le piazze che si sono immediatamente riempite, l’allarme più forte su dove potrebbe portarci la riforma costituzionale della destra lo suona Mattarella.

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già in slowforward:
https://slowforward.net/2024/02/26/andrea-fabozzi-sul-manifesto-a-proposito-dei-fatti-di-pisa-e-firenze/
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