Archivi tag: scritture di ricerca
gli artisti, non i poeti
Guardando le fotografie e i materiali di documentazione nel post di Pasquale Polidori che ho condiviso stamattina su FB (https://bit.ly/3uY97GR e https://t.ly/5P6R) mi rendo conto una volta di più di un’evidentissima evidenza.
Ossia che non c’è niente da fare: gli unici giovani (e meno giovani) in grado di mettersi immediatamente e senza elucubrazioni in sintonia con le scritture di ricerca, la sperimentazione linguistica in ambito concettuale e non solo, sono gli artisti.
Inutile aspettarsi qualcosa dai (o: dalla stragrande maggioranza dei) “giovani poeti”. (Dai vecchi meno che mai).
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esce “sequenze”, di claudio salvi (anterem)
“esiste la ricerca?” – audio integrale dell’incontro del 16 giugno 2022 allo studio campo boario
Elenco degli interventi:
Introduzione (Marco Giovenale) _ 00’00”
Vincenzo Ostuni _ 09′ 37″
Andrea Inglese _ 36′ 49″
Marco Giovenale (su Ex.it) _ 50′ 45″
Massimiliano Manganelli _ 53′ 18″
Francesco Muzzioli _ 1h 04′ 42″
Chiara Portesine _1h 14′ 55″
Giorgio Patrizi _ 1h 23′ 09″
Luigi Magno _ 1h 34′ 38″
Stefano Colangelo _ 1h 37′ 26″
Vincenzo Ostuni _ 1h 53′ 31″
Marco Giovenale (alcune osservazioni conclusive) _ 2h 5′ 44″
L’incontro:

evento facebook:
https://www.facebook.com/events/434320811592683
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Altri materiali disponibili:
Leonardo Canella, Contributo in forma di nughette a “Esiste la ricerca?”
Francesco Muzzioli, Tre accorgimenti per evitare la confusione
Marco Giovenale, Post “Esiste la ricerca?” (La ricerca esiste)
Materiali, testi e saggi liberamente scaricabili per “Esiste la ricerca?”
L’audio su Archive.org:
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georges perec inedito: e leggibile in rete
good news da Florence Trocmé (Poezibao):
è online utsanga #32
www.utsanga.it online il numero 32, giugno 2022, con opere di:
Anna Boschi Cermasi, Francesco Aprile, Gianluca Garrapa, Andrea Astolfi, Antonio Francesco Perozzi, Almandrade Andrade, Silvio De Gracia, Alejandro Thornton, Belén Gache, Claudio Mangifesta, Débora Daich, Fabio Doctorovich, Luis Pazos, Norberto José Martínez, Michael Betancourt , Terri Witek, Jim Leftwich, Ilyas Kassam, Ronald Lubega, Hannah Mitchell, Yuri Bruscky, Andrea Alzati, Stefano Lanuzza, Giuseppe Calandriello, San Giorgio Cibernetico, Carlo Bugli, Cecelia Chapman, Francesco Cane Barca, Volodymyr Bilyk, Baiwei, Paolo Allegrezza, Carmine Lubrano, Julia Rende, Mark Young, Richard Kostelanetz, Dawn Nelson Wardrope, Stephen Nelson, Antonio Devicienti, Texas Fontanella, John M. Bennett, Mario José Cervantes Mendoza, Vincenzo Lagalla
la francia da una parte, l’italia dall’altra: lo snodo degli anni ’80 e ’90 e la povertà della situazione italiana in letteratura
un estratto di appena 7′ dalla presentazione del libro Qualche uscita. Postpoesia e dintorni, di Jean-Marie Gleize:
per intendersi sulle differenze tra Italia e Francia, sullo snodo cruciale degli anni Ottanta, sugli oltre vent’anni di cattiva editoria italiana (almeno fino al 2003), e sui danni che ne derivano ancora oggi.
[la registrazione integrale della presentazione, con tutti gli interventi (di Magno, Manganelli, Giovenale, Zaffarano) è ascoltabile qui: https://gammm.org/2022/07/07/presentazione-qualche-uscita/]
[l’intervento da cui cito i nomi, e a cui in voce mi riferisco, è il seguente: https://slowforward.net/2022/02/21/poesia-per-il-pubblico-a-k/]

N.b.: in un intervento di commento a quanto da me detto nei 7′ proposti, Michele Zaffarano giustamente aggiunge, ai nomi fatti, il maggiore di tutti, Francis Ponge (1899-1988), modello autoriale essenziale per tutti gli scrittori francesi di terza via, alternativa cioè ad avanguardia e lirica, parimenti tradotto poco o per nulla in Italia (addirittura fino a oggi).
doppia intervista su ‘lay0ut magazine’

https://www.layoutmagazine.it/snuff-box-poesia-impegno-interviste-carnaroli-giovenale/
intervista ad Alessandra Carnaroli e Marco Giovenale
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grazie a Lay0ut, a Massimo Palma e a Sara Sermini.
“Gesto. Prendere la parola, dare voce, togliere la parola, restituire il silenzio. C’è un gesto, tra questi, che ti sembra rappresentare la tua scrittura poetica? Oppure nessuno di questi?” …
gammm @ discord per la ricerca (letteraria)

in inglese su discord esistono vari server di letteratura. ma nessuno che, in italiano, si occupi di ricerca letteraria.
ora c’è: https://discord.gg/7qxE5QnbwP
in qualche modo prosegue l’iniziativa (indipendente e in fieri) “Esiste la ricerca?”, avviata con l’incontro allo Studio Campo Boario (Roma) il 16 giugno 2022: https://slowforward.net/2022/06/16/oggi-16-giugno-a-roma-esiste-la-ricerca-incontro-allo-studio-campo-boario/
la scelta di prendere “gammm” come incipit del nome (invece di usare semplicemente “scritture di ricerca”) è dirimente per delimitare gli ambiti tematico-formali che sono in campo.
quindi le zone di sperimentazione di cui il sito https://gammm.org si occupa da sedici anni in qua: montaggio, cut-up, googlism, scritture concettuali, uncreative writing, littéralité, post-poesia, prosa in prosa(-e), flarf, scritture installative, generatori di testo, scritture frammentate / disturbate, minimal writing, found texts, sought texts, percorsi procedurali, scritture non assertive, musica sperimentale, critica non stilistica.
anche, ma in misura forse minore, materiali verbovisivi, asemic writing, glitch, arte contemporanea (più o meno in rapporto col fronte della testualità).
tendenzialmente non ci si occupa invece di performance, di videopoesia, di poesia visiva, di poesia sonora, di letteratura interattiva, di programmazione, di romanzo, di teatro, di cinema, di animazioni.
materiali linguistici, generatori, polygen: domani un incontro online
“l’oblò”, di adriano spatola (articolo di chiara portesine su ‘antinomie’)
prigionieri della pietra (serena)
Alcuni (tanti, ma tanti) autori di poesia lineare assertiva che si sono formati su ciò che l’editoria italiana distribuiva e distribuisce soprattutto dai primi anni Novanta in poi, di fatto, sono figli coerentissimi di una rimozione: la rimozione massiccia della ricerca letteraria.
Glielo si dice in tutti i modi e in tutte le salse, per esempio qui. Ma fanno finta di non capire.
Fanno finta di non capire che per mettere il loro amato Sereni D’Elia Fortini Merini Raboni negli scaffali che frequentavano da giovinetti, ossia (ben che vada) dopo il 1995, l’editoria e la distribuzione avevano dovuto — alacremente già da metà anni Ottanta — falciare via parecchie decine di altre voci. Spazzarne via a manciate.
La seconda edizione di Segnalibro, pressoché un'”omnia” di Edoardo Sanguineti, esce nel 1989. Il che vuol dire che a fine anni Novanta non ce n’è più traccia in libreria. E per una nuova edizione bisognerà aspettare il 2010. L’edizione Einaudi 1979 dei Novissimi negli anni Novanta è sparita da un pezzo (e non ricomparirà che nel 2003). L’attività del Gruppo ’93 si chiude ufficialmente nel programmatico 1993, appunto. Tante sono le edizioni coraggiose, di Manni per esempio (o l’attività di riviste come ‘Allegoria’), ma certo imparagonabili all’impegno profuso da Mondadori, Garzanti ed Einaudi per spostare l’asse del leggibile in Italia (del disponibile in libreria) il più lontano possibile dalla scrittura di ricerca.
Quando il giovinetto va allo scaffale e lo trova monocorde, e diventa lui stesso monocorde, chi giovinetto non è glielo dice. Ma lo scaffale è più forte della voce. E i sigilli che i poliziotti del mainstream hanno messo al luogo del delitto della ricerca (delitto di cui, toh, sono responsabili) restano intoccati.
Questo, almeno fino all’arrivo della rete, che di certi interdetti si fa un baffo. Ma ormai tanti tanti poeti l’intossicazione da serenite l’hanno assorbita tutta. E si muovono come tali, parlano e pensano e “poetano” come il mainstream ha insegnato loro a fare.






