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bastano i primi 15 secondi
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Archivi categoria: Resistenza
dall’ospedale di al shifa, 3 giorni fa, medici senza frontiere
La testimonianza di Mohammed Obeid
L’ospedale di Al Shifa a Gaza è in una situazione drammatica dopo i bombardamenti israeliani degli ultimi giorni.Mohammed Obeid è uno dei chirurghi di Medici Senza Frontiere (MSF) attualmente all’ospedale di Al Shifa e racconta cosa sta accadendo. Il suo è un appello al mondo : «All’ospedale di Al Shifa, da stamattina, non c’è elettricità, non c’è acqua, non c’è cibo. Il nostro team è esausto. Abbiamo avuto due pazienti neonati che sono morti, perché l’incubatrice non funziona senza elettricità. Abbiamo avuto anche un paziente adulto in terapia intensiva morto perché il ventilatore si è spento per assenza di elettricità. Possiamo vedere il fumo intorno all’ospedale. Loro [i militari israeliani] hanno colpito tutto quello che c’era intorno all’ospedale. E hanno colpito l’ospedale diverse volte.
. Siamo quasi certi di essere soli. Nessuno ci sente. Vogliamo che qualcuno ci dia la garanzia di poter evacuare i pazienti. Perché abbiamo circa 600 pazienti ricoverati che hanno bisogno di cure mediche e che devono essere evacuati! Abbiamo circa 40 bambini prematuri ricoverati, dobbiamo essere sicuri di poterli evacuare. Abbiamo 17 pazienti in terapia intensiva e circa 600 pazienti ricoverati nel postoperatorio, tutti hanno bisogno di cure mediche. La situazione è quindi molto grave. Abbiamo bisogno di aiuto. Nessuno ci ascolta».
Medici Senza Frontiere (MSF) ribadisce con urgenza il suo appello a fermare gli attacchi contro gli ospedali, a cessare immediatamente il fuoco e a proteggere le strutture mediche, il personale medico e i pazienti, e a permettere alle persone che desiderano lasciare gli ospedali di farlo. (Corriere della sera)
“cultura manifesta. manifesti culturali del femminismo in italia”. oggi, 15 novembre, a roma
CULTURA MANIFESTA
Manifesti culturali del femminismo in Italia
Mercoledi 15 Novembre 2023 – ore 17:30
Casa della Memoria e della Storia, Via San Francesco di Sales, 5 00165 Roma
mostra curata da Archivia e promossa da Fiap, dall’Irsfar, da Biblioteche di Roma e dalla Casa della Memoria e della Storia, dell’Istituzione Biblioteche Centri culturali di Roma Capitale, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale
Saluti di
MIGUEL GOTOR – Assessore alla Cultura di Roma Capitale
LORETTA BONDÌ – Presidente di Archivia
Intervengono
CECILIA D’ELIA – Senatrice
GIOVANNA OLIVIERI- Archivia
ANNABELLA GIOIA – Irsifar, Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza
Coordina
BIANCA CIMIOTTA LAMI – FIAP, Federazione Italiana Associazioni Partigiane
La mostra CULTURA MANIFESTA si apre a Roma il 15 novembre 2023 presso la Casa della Memoria. È curata da Archivia – nelle celebrazioni del cui ventennale si inserisce – ed è promossa da FIAP e IRSIFAR, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale.
Archivia e il movimento femminista
La mostra è curata da Archivia, una biblioteca/archivio che conserva e promuove la produzione politica, culturale e storica del movimento femminista e delle donne in Italia in collaborazione con la Fiap e l’Irsifar.
Con una collezione di 30 mila volumi, 43 fondi archivistici, 35 mila fotografie, 900 manifesti e una vasta selezione di materiale audio-visuale, Archivia è il punto di riferimento per coloro che desiderano approfondire la storia del movimento femminista a partire dagli anni ’70, declinata in ogni sua espressione.
radioteatro: “ingannati” / storia palestinese, racconto di immigrazione, di e con nicola pannelli – a cura di radio onda rossa
Tutta Scena Teatro ★ Radio Onda Rossa 87.9 fm
INGANNATI
storia palestinese, racconto di immigrazione
di e con Nicola Pannelli
Liberamente tratto da ‘Uomini sotto il sole’ di Ghassan Kanafani – giornalista, pittore, militante palestinese, ma soprattutto un gran raccontatore di storie – è la storia di tre emigranti clandestini che, chiusi dentro un’autocisterna che dovrebbe portarli in Kuwait, muoiono soffocati. Il racconto, scritto nel 1961, divenne il più famoso nella letteratura araba contemporanea, e fece di Kanafani, ancora giovanissimo, il modello culturale di tutta una generazione. Il regista egiziano Tawfiq Saleh trasse dal libro il film ‘Gli Ingannati’.
http://archive.org/details/Radioteatro.Ingannati (1h 12′)
info http://www.narramondo.it/ingannati.html
17 novembre, ‘sotto la magnolia’, roma: “ecoshock” – come cambiare il destino dell’italia al centro della crisi climatica
SOTTO LA MAGNOLIA
incontri letterari (in serra)
venerdì 17 novembre 2023, alle ore 18:30
presentazione del libro
ECOSHOCK
come cambiare il destino dell’Italia al centro della crisi climatica
(2023)
con l’autore Giuseppe Caporale
Libreria Raponi @ Albero Blu Vivaio
Roma – via Luigi Zambarelli 25
gaza is a concentration camp
giùdisotto @ roma, piazza san cosimato, 18 novembre: “macerie” e “gaza” – due incontri per la palestina
GIÙDISOTTO
sabato 18 novembre 2023
● ore 19
presentazione del libro
MACERIE (2023)
con l’autrice Miriam Marino e l’editore di Strade Bianche Marcello Baraghini, un viaggio iniziatico che proietta Tikva, la giovane protagonista israeliana, in un universo parallelo a lei fino a quel momento sconosciuto: la realtà palestinese.
● ore 20:30
proiezione del documentario
GAZA (IRL/PSE, 2019)
di Garry Keane, Andrew McConnell
gideon levy @ the national press club. on the loss of hope in israelis behavior
contro la logistica di guerra: a genova con radio onda d’urto
due riflessioni (quasi) slegate in un post singolo
1) ma i poeti civilissimi e assai generazionali? l’impegno? dove stanno? non necessariamente in poesia, anche solo in piazza o su facebook. chissà. si saranno accorti che è in corso un genocidio? fino a poche settimane fa incartavano o guardavano incartare la doggy bag dei punti allo StregaPoesia. staranno partecipando ad altri premi?
2) ma si parla ancora del male del colonialismo, vero? cioè: ci sono gli studi decoloniali, post-coloniali, sì? e resta vero che gli imperi fanno danni in primis attraverso occupazione e colonizzazione, sì? ecco, per dire… riflettevo così perché i coloni israeliani, mi sembra di capire, si chiamano coloni.