Archivi categoria: segnalazioni e avvistamenti

undicesima edizione del premio di poesia elio pagliarani: le iscrizioni sono aperte

logo Premio Pagliarani

XI edizione del Premio nazionale di poesia
Elio Pagliarani, 2025-2026

GIÀ DA ORA È POSSIBILE ISCRIVERSI ALL’UNDICESIMA EDIZIONE DEL PREMIO NAZIONALE DI POESIA ELIO PAGLIARANI. Bando e Regolamento sono pubblicati sul sito e su fb.
La scadenza per l’ iscrizione degli autori è il 15 gennaio 2026, ore 12

https://premionazionaleeliopagliarani.it/premio-nazionale-undecima-edizione-news

qui il Bando

qui il Regolamento

 

estratto dal bando di concorso:

articoli fondamentali del bando di concorso Premio di poesia Elio Pagliarani

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estratto dal regolamento:

estratto dal regolamento del Premio Nazionale di poesia Elio Pagliarani, XI edizione, 2025-26

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Andrea Fabozzi sulla Sumud Flotilla (dal ‘manifesto’, online, 29 set. 2025)

Andrea Fabozzi

La Global Sumud Flotilla non è una spedizione italiana ma di oltre quaranta paesi. Solo il presidente della Repubblica italiana si è però rivolto agli attivisti. Il motivo? Le piazze di lunedì scorso.

Nel nostro paese sono cresciuti solidarietà e appoggio alla causa dei palestinesi e adesso sono fortissimi. Sembrano destinati a durare. Anche grazie al coraggioso esempio della Flotilla, si è diffuso un movimento ampio, senza leadership riconoscibile, che preoccupa molto il nostro governo. Meloni, lo ha dimostrato anche l’altro giorno all’Onu, è tra le più schierate a copertura di Netanyahu. Lo è talmente, schierata e preoccupata, da aver accusato una spedizione mondiale di essersi messa in mare solo per farle dispetto e crearle problemi.

La risposta tanto netta e irrituale a questo delirio l’ha data proprio Mattarella, quando ieri ha elogiato il valore dell’iniziativa. A poche ore di distanza, la pesante smentita del Quirinale a palazzo Chigi va incassata come un (altro) successo politico del movimento. Altro che scampagnata di irresponsabili estremisti, come la racconta la destra.

Ma i pericoli sono reali. Il governo Netanyahu colpisce persino militari alleati e negoziatori, fa strage di innocenti da due anni, figurarsi se può avere scrupoli nel puntare imbarcazioni considerate nemiche. La minaccia dunque ha un nome, Israele, e va denunciata come tale: l’attacco a un’imbarcazione in acque internazionali sarebbe un (altro) atto di pirateria. Mentre la missione agisce nella piena legalità internazionale, Israele ne è già abbondantemente fuori.

È a Israele che bisogna appellarsi, è Israele che bisogna fermare. Da sempre e tanto più stavolta l’obiettivo della Flotilla va oltre la consegna di aiuti. È quello di denunciare il blocco e l’isolamento della Striscia di Gaza. Da vent’anni almeno è un blocco criminale che affama, adesso è un blocco genocida. A spezzarlo prova la Flotilla da sola, mentre i governi come il nostro collaborano con Israele.

È per questo che le piazze riconoscono e sostengono la Global Sumud. Ed è per questo che quel consenso e quell’appoggio sono così importanti per tutto il movimento e vanno preservati. Più che appelli, serve protezione a chi è in mare. La decisione su come proseguire tocca a loro ma riguarda tutti noi.


#flotilla #sumudflotilla #Gaza #genocide #genocidio #Palestine #Palestina #warcrimes #sionismo #zionism #starvingpeople #starvingcivilians #iof #idf #colonialism #sionisti #izrahell #israelterroriststate #invasion #israelcriminalstate #israelestatocriminale #children #bambini #massacri #deportazione #concentramento #famearmadiguerra #governoitaliano 

alberto d’amico su slow (e sull”immaginazione’)

su slowforward oggi ho pubblicato una prosa di Alberto D’Amico che a mio avviso, come molti altri suoi materiali in bilico fra narrazione e mantra/iterazioni, rientra in pieno in quella weirdness-delirio che trovo in qualche modo indispensabile alla scrittura di ricerca: il link è https://slowforward.net/2025/09/26/a-terracina-alberto-damico-2025/

il brano è ben diverso da (ma forse imparentato con) quei frammenti usciti sull'”immaginazione” tempo fa (n. 343, sett.-ott. 2024) nella rubrica ‘gammmatica’ sotto il titolo di Talune poesie. qui di séguito un microesempio:

alcuni testi di Alberto D'Amico usciti nella rivista "l'immaginazione"

 

dal ‘manifesto’: la Libreria delle donne compie 50 anni (articolo di Benedetta Barone)

screenshot dell'intestazione dell'articolo sul 'manifesto'
https://ilmanifesto.it/tra-gli-scaffali-di-un-luogo-vivo-e-intergenerazionale

#libreriadelledonne #cinquantanni #50anni #ilmanifesto #femminismo

da ‘the grayzone’: ulteriori riscontri sulla vicenda di charlie kirk

https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=pfbid027DNRshVDsZZi4MJXtZtRzgrTr3vJVvERgPPB1uvWaaHSVv2rNsh24WNY98eQEhy9l&id=100066712961629

MAX BLUMENTHALSECONDO FONTI, IL MILIARDARIO SIONISTA BILL ACKMAN HA ORGANIZZATO UN DURO “INTERVENTO” SU ISRAELE CONTRO CHARLIE KIRK

Un mese prima dell’omicidio di Charlie Kirk, il miliardario filo-israeliano Bill Ackman ha organizzato un intervento negli Hamptons durante il quale, secondo alcune fonti, lui e altri hanno “criticato duramente” Kirk per le crescenti critiche dell’attivista politico conservatore all’influenza israeliana a Washington. Kirk se ne è andato preoccupato per il “ricatto” israeliano, secondo alcune fonti, mentre contemplava una conversione al cattolicesimo.

di Max Blumenthal
15 settembre 2025

L’11 settembre, un giorno dopo l’assassinio di Charlie Kirk, il miliardario filo-israeliano Bill Ackman ha utilizzato la piattaforma social X per pubblicizzare la sua relazione con il defunto esponente conservatore. “Mi sento incredibilmente privilegiato di aver trascorso una giornata e condiviso un pasto con @charliekirk11 quest’estate. Era un gigante”.
The GrayZone ha parlato con cinque persone a conoscenza dell’incontro tra Kirk e Ackman, tenutosi all’inizio di agosto sotto le mentite spoglie di un pranzo estivo negli Hamptons. Secondo una fonte, Kirk sarebbe rimasto sconvolto dopo che l’incontro si sarebbe trasformato in un “intervento” in cui sarebbe stato “criticato” per le sue opinioni sempre più scettiche sulle relazioni speciali tra Stati Uniti e Israele e per aver dato spazio a importanti critici conservatori di Israele durante i suoi eventi Turning Point USA (Punto di Svolta USA – TPUSA).
Quando i suoi ospiti gli hanno presentato un elenco dettagliato di ogni “reato” che avrebbe presumibilmente commesso contro Israele, Kirk sarebbe rimasto “inorridito”, ha detto una persona. A un certo punto, secondo un’altra fonte, Ackman avrebbe rimproverato con rabbia Kirk per la sua disobbedienza. Il miliardario Sionista avrebbe anche chiesto a Kirk di revocare l’invito a Tucker Carlson a parlare al suo prossimo America Fest 2025 a dicembre.
Il 12 settembre, The GrayZone ha citato un collaboratore di lunga data di Kirk, che Netanyahu si era offerto di organizzare una massiccia iniezione di denaro pro-Israele in TPUSA, e che Kirk aveva rifiutato. Un altro amico di lunga data di Kirk ha riferito che l’attivista conservatore aveva anche rifiutato un’offerta presentata da Netanyahu due settimane prima della sua morte per incontrarlo a Gerusalemme.
Kirk, secondo una persona a conoscenza dell’incontro con Ackman, ha affermato di essersi allontanato con la sensazione di essere stato sottoposto a un “ricatto”.

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renoize, festival antifascista: a roma, parco schuster, dal 4 al 6 settembre

renoize2025 a parco schuster
Dal 2008, RENOIZE a Parco Schuster è ricordare Renato, realizzando i suoi sogni.
RENOIZE è politica, musica, teatro, laboratori, sport popolare, socialità.
RENOIZE è l’ appuntamento da cui ripartire insieme ogni maledetto settembre, da quella maledetta sera di fine agosto del 2006.
RENOIZE, a ottant’anni dalla Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, è spazio di resistenza e costruzione collettiva di un mondo dove semplicemente il fascismo non sia previsto.
RENOIZE è un festival antifascista, gratuito e autogestito, costruito collettivamente grazie all’ impegno, alla generosità e alla passione di chi, anno dopo anno, continua a crederci.
RENOIZE è tutto questo e molto di più!
RENOIZE “Sta nell’immaginazione, nella musica sull’erba, sta nella provocazione, nel lavoro della talpa, nella storia del futuro, nel presente senza storia, nei momenti di ubriachezza, negli istanti di memoria…sta nei sogni dei teppisti e nei giochi dei bambini”
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 VILLAGGIO DELLE RESISTENZE | 17:00 – 18:30
• Workshop : Cura e autocura collettiva
• Letture per bambinɜ 0–6 anni (a cura di SCOSSE APS)
• Laboratorio La scuola dei sogni (a cura dei doposcuola popolari Mammut e Quarticciolo)
 GAZEBO CHE GUEVARA
Ore 17:00 → Laboratorio di sartoria e pittura per grandi e piccolɜ
Ore 18:00 → Presentazione: “Sotto le mura di Gerusalemme” di e con Tano D’Amico
️ AREA DIBATTITI | 18:00
“Dentro e fuori la scuola”
Pratiche di rottura e autonomia nel mondo dell’educazione.
 AREA SPETTACOLI | 19:00 – Il Circo Palacinca
Capitan Palacinca e Il furbo Jok, girando il mondo hanno raccolto straordinarie attrazioni ed appreso incedibili abilità magiche e circensi con le quali propongono un variegato varietà totalmente imprevedibile…
 AREA CONCERTI | dalle 20:30
• Daniele Fabbri
• Lino Musella
• Ascanio Celestini in dialogo con Moni Ovadia
• Acme
• Dimensione Brama
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 VILLAGGIO DELLE RESISTENZE | 17:00 – 18:30
• Presentazione libro: “Ritorno a Gaza. Scritti di donne italopalestinesi sul genocidio ” (a cura di Mjriam Abu Samra – Ed. Q)
• Laboratorio di cianotipia
 GAZEBO CHE GUEVARA
ore 17:00 → Laboratorio di sartoria e pittura per grandi e piccolɜ
ore 18:00 → Laboratorio di iperstizione e scrittura
️ AREA DIBATTITI | 18:00
“Quando il fascismo si fa istituzione: costruiamo reti di resistenza globali”
Una tavola rotonda necessaria e urgente, per orientarsi tra le retoriche di cui fa uso il sistema per mantenere il consenso e su quali linee di sfruttamento e marginalizzazione vengono utilizzate per dividere, frammentare, isolare e impaurire. Costruendo insieme una mappa delle resistenze.
 AREA SPETTACOLI | 19:00 – Circofficina Cabaret
Una kermesse di numeri con artistɜ di ogni sorta e da ogni dove.
Giocolierɜ, Acrobatɜ, Clown, Teatranti, Maghɜ, Musicistɜ, Artistɜ di Strada, collaboreranno per la riuscita di questo Spettacolo.
La Circofficina è uno spazio libero di allenamento, creazione, condivisione d’arte, dal circo alla musica, al teatro, alla danza.
 AREA CONCERTI | dalle 20:30
• Little Big Band “Tra le righe”
• Alessandro Liberini
• Napodano
• Naked Zippo
• Meganoidi
• DJ Set Mr3p
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 VILLAGGIO DELLE RESISTENZE | 17:00 – 18:30
Presentazione libro: “Ho ancora le mani per scrivere. Testimonianze dal genocidio a Gaza” (a cura di Aldo Nicosia – Ed. Q)
 GAZEBO CHE GUEVARA | 18:00
Presentazione: “Una pianta ci salverà. Storia virtuosa della canapa” di e con Matteo Mantero
️ AREA DIBATTITI | 18:00 – “Scioperare guerre e genocidio”
Pratiche dentro il nuovo regime di guerra contro colonialismo, riarmo, tagli a reddito e salari.
GAZEBO ENOIZE | Ore 18:30
“Il naso nel bicchiere” – Workshop sull’analisi sensoriale del vino a cura di progetto Enoize.
 AREA SPETTACOLI | 19:00 – “Zio Lupo”
Zio Lupo è un pretesto per raccontare teatralmente insieme ai bambini del pubblico la favola attraverso il coinvolgimento di Lucindina, una dispettosa bambina che pagherà cari i suoi capricci.
 AREA CONCERTI | dalle 20:30
• Sista gaia & Mauro Aniene (orange beat)
• Wild Mint
• Queen of Saba
• HiShine
• DJ Set SailorTrash & Moover
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 VILLAGGIO DELLE RESISTENZE – Laboratori creativi:
 Aquiloni ·  Ventagli ·  Pañuelos · ✂️ Origami ·  Cartonati · ️ Caccia al tesoro
️ AREA COMUNE | 17:00 – 01:00
Mostre – Video – Installazioni – Banchetti informativi – Bar – Cucine dal mondo
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 CM RIAE A PRO SHSE
 Indirizzo: Piazzale Ostiense, 00154 Roma (di fronte alla Basilica di San Paolo)
 Metro B – Fermata: San Paolo Basilica (3 min a piedi)
Bus: linee 23, 769, n716, nMB
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Un Grazie ad @evasa_ per il bellissimo manifesto!
(https://www.instagram.com/evasa___/)

Sara Awad: “A Gaza City, stiamo dicendo addio”


L’espulsione forzata è imminente e sappiamo che questa volta potremmo non rivedere mai più le nostre case.
Per coloro a cui ancora importa, questa potrebbe essere l’ultima lettera che scrivo da Gaza City.
Ci aspettiamo che Israele emetta ufficialmente i suoi “ordini di evacuazione” da un momento all’altro. La mia amata città, Gaza, è sull’orlo di un’occupazione militare totale da parte dell’esercito israeliano. Il loro piano è di costringerci tutti a lasciare le nostre case e a trasferirci in tende nella parte meridionale della Striscia. Non sappiamo cosa accadrà a coloro che oppongono resistenza. Potremmo vivere i nostri ultimi giorni a Gaza City.
Fin dall’inizio della guerra, abbiamo sentito dire che Israele vuole occupare la nostra città e farne un insediamento per la sua popolazione. All’inizio non ci credevamo; pensavamo che questo tipo di notizie fosse una guerra psicologica. Dopotutto, avevamo già ricevuto “ordini di evacuazione” in passato e la gente era riuscita a tornare, anche se tra le rovine delle proprie case.
Il 13 ottobre, poco dopo l’inizio del genocidio, l’esercito israeliano ordinò a tutti gli abitanti di Gaza settentrionale, compresa Gaza City, di spostarsi verso sud. Gli ordini furono accompagnati da bombardamenti incessanti. A volte centinaia di persone morivano in un giorno. Centinaia di migliaia di persone fuggirono verso sud per salvarsi la vita.
Non l’abbiamo fatto. Mio padre si è rifiutato di lasciare la nostra casa, quindi siamo rimasti tutti. Abbiamo vissuto nella nostra casa per mesi, tra un dolore e una paura insopportabili. Abbiamo assistito con i nostri occhi alla distruzione del nostro quartiere.
Poi l’esercito israeliano ha isolato il nord dal sud. Gli aiuti non sono riusciti a raggiungere il nord. Da gennaio ad aprile 2024, la mia famiglia e io abbiamo vissuto i giorni più soffocanti della guerra. Eravamo affamati; passavamo le giornate a cercare qualsiasi cosa per placare la fame. A volte eravamo costretti a mangiare cibo per animali.
A gennaio di quest’anno, quando è entrato in vigore il cessate il fuoco, alla popolazione è stato permesso di tornare al nord. È stato un momento emozionante che ha dimostrato quanto noi palestinesi siamo legati alla nostra terra.
Questa volta l’atmosfera è diversa. Sembra che la minaccia di un’occupazione permanente, di una perdita definitiva, sia molto reale.
“In preparazione del trasferimento dei civili dalla zona di guerra al sud… un gran numero di tende e di rifugi potranno entrare [a Gaza]”, ha scritto su Facebook il portavoce dell’esercito israeliano Avichay Adraee.
La gente di Gaza legge questa notizia con il cuore pesante. Ci sono molte domande e poche risposte: dove fuggiremo? Quando inizierà? Qualcuno interverrà per fermare questa catastrofe?
Le persone sono sopraffatte – emotivamente, mentalmente, fisicamente, finanziariamente; non riescono più a sopportare ulteriori sofferenze.
Da quando io e la mia famiglia abbiamo sentito questo annuncio, ci siamo guardati con occhi confusi e spaventati.
Quando ho visto sui social media le immagini di tende e teloni che entravano a Gaza City, il mio cuore si è spezzato in mille pezzi. Il pensiero del mio futuro stipato in una tenda mi terrorizzava. I miei sogni sono grandi; come posso farli stare in una tenda piccola?
Ho detto a mio padre che non volevo vivere in una tenda. Le lacrime mi rigavano le guance. Mi ha guardato con impotenza negli occhi e ha detto: “Non abbiamo altra scelta, la tenda sta diventando la nostra nuova realtà”.
Non vogliamo andarcene, ma sentiamo di non avere scelta. Non pensiamo di poter sopportare ancora una volta i bombardamenti e le incessanti raffiche di colpi. Gli israeliani saranno probabilmente ancora più brutali quando invaderanno questa volta. Questa volta non sarà una punizione; sarà la distruzione totale.
Sentendo che la fine della loro città si sta avvicinando, le persone trascorrono quelli che temono possano essere i loro ultimi giorni con le loro famiglie, consumando insieme l’unico pasto della giornata. Camminano per i loro quartieri, scattando foto di sé stessi con i luoghi legati ai ricordi d’infanzia, catturando tutto ciò che potrebbe essere cancellato.
Scrivo queste parole, seduta in uno spazio di lavoro condiviso dove molti studenti e scrittori cercano di combattere la paura di ciò che li attende studiando e lavorando. Si aggrappano alla loro routine lavorativa, sperando in un po’ di normalità in mezzo a questo caos terrificante.
La gente di Gaza ama la vita, anche quando significa sopravvivere con il minimo indispensabile. Anche nei momenti più bui, troviamo sempre un modo per avere speranza, gioia e felicità.
Voglio avere speranza, ma sono anche terrorizzata: non solo dalle bombe, dagli sfollamenti forzati, dalle tende e dall’esilio. Ho terrore di essere tagliata fuori dal mondo, di essere messa a tacere.
Ho la sensazione che ciò che Israele sta preparando per noi nel sud sia un campo di concentramento in cui saremo tagliati fuori dal mondo, le nostre voci saranno soffocate, la nostra esistenza cancellata.

Non so per quanto tempo ancora le mie parole raggiungeranno il mondo esterno, perciò vorrei cogliere questa occasione per lanciare un appello.
Non dimenticatevi di me, Sara Awad, una studentessa palestinese, il cui sogno più grande è quello di terminare la laurea in letteratura inglese e diventare una giornalista professionista.
Non dimentichiamo la gente di Gaza e i suoi 2 milioni di storie di amore, dolore e perseveranza.
Non dimenticare la mia città, Gaza, un’antica metropoli, ricca di storia e cultura, piena di amore.
Non dimentichiamo con quanta tenacia abbiamo resistito e ci siamo aggrappati alle nostre case e alla nostra terra, anche quando il mondo ci aveva praticamente abbandonati.



Sara Awad

 
Sara Awad è una studentessa di letteratura inglese, scrittrice e narratrice che vive a Gaza. Appassionata di narrazioni che riguardano esperienze umane e questioni sociali, Sara usa le sue parole per far luce su storie spesso inascoltate. Il suo lavoro esplora temi di resilienza, identità e speranza in tempo di guerra.
Al Jazeera