Archivi tag: giornalismo
La chiusura di Al Jazeera in israele / Giorgio Mascitelli. 2024
La chiusura di Al Jazeera in Israele da parte del governo israeliano è un provvedimento ovvio entro quella logica di potere che guida l’operazione di Gaza, in quanto Al Jazeera è la principale documentatrice delle atrocità commesse dagli israeliani e ha impedito con la sua attività che l’apparato mediatico occidentale ne tacesse; tardivo perché ormai nel mondo è del tutto chiaro quale sia la natura della rappresaglia israeliana contro la popolazione palestinese tenuta prigioniera a Gaza; maldestro perché mette in crisi la narrazione dell’Israele democratica nell’Occidente democratico dal momento che tutte le decisioni sono state prese da un governo di unità nazionale con l’avvallo degli Stati Uniti e dei principali paesi europei. Questo provvedimento è sintomatico di quello che potremmo chiamare la crisi del linguaggio orwelliano del potere americano: come noto, in 1984 il potere che promuove la guerra e l’odio parla sempre di pace e di amore. Ora la falsità di questo linguaggio emerge a occhio nudo, non occorre essere tra i pochi che analizzano in profondità le cose, ma è la narrazione stessa a non potere essere più credibile, Questa a sua volta significa che il potere non ha più spazio di manovra e di mediazione per costruire consenso e diffondere menzogne credibili, ma può reggersi soltanto sul terrore.
Al Jazeera reporter Tareq Abu Azzoum speaks about his work and the ethics of journalism
graphic novel & graphic journalism: ultimi giorni per la call for proposals di ‘roots§routes’
English below ↓
Ultimi giorni per partecipare alla
Call for Proposals
§Graphic Realities
La linea urgente del Graphic Novel e Graphic Journalism
Anno XII, n°40, Settembre – Dicembre 2022
a cura di Elettra Stamboulis e Viviana Gravano
Abstract Deadline: 20 Luglio 2022
Le graphic novel affrontano tematiche complesse come i razzismi e le questioni identitarie collettive e individuali, così come il graphic journalism sostituisce il reportage fotografico di guerra, diviene lo strumento di conoscenza per le violazioni dei diritti umani nel mondo, diventa azione diretta nella realtà.
Vogliamo dedicare questo numero di roots§routes a quelle graphic novel o opere di graphic journalism che si interessano esplicitamente di fenomeni sociali rilevanti, che agiscono quindi in qualche modo come forme di “art-attivismo”.
… leggi la Call for Proposals QUI
*
§Graphic Realities
Graphic Novel & Graphic Journalism
Year XII, n°40, September – December 2022
curated by Elettra Stamboulis e Viviana Gravano
Abstract Deadline: 20 July 2022
Graphic novels deal with complex topics such as racism and collective and individual identity issues, just as graphic journalism replaces the photographic war reportage, becomes the knowledge tool for human rights violations around the world and becomes direct action in reality.
We would like to devote this issue of roots_routes to those graphic novels or works of graphic journalism that are explicitly concerned with relevant social phenomena, thus acting in some way as forms of ‘art-activism’.
… read more on roots-routes magazine
ogni tanto abbaiano, ma moralmente / differx. 2021
Ogni tanto gli epigoni letterari di pinco o quelli di pallino ci moralizzano. Loro che dieci quindici anni fa avrebbero venduto le trippe proprie e altrui per la gerenza di una colonna settimanale su questo o quell’organo di confindustria o altro=stesso paròn (e chissà che cosa vendono adesso che la colonna ce l’hanno), citano i klassici del liberalismo crudo e cotto per spiegare cos’è la giustizia a chi da quella giustizia è vladtepesianamente impalato 24/7.
Melanconici perché la Gestapo originale sembra chiusa da un po’, incapaci di trovare altro impiego che non sia giornalistico al loro dispenser orale di lucido da stivali, si arrabattano come sgabelli, prefatori a comando, cestini dell’umido, o come spie e delatori ricchi d’inventiva (e invettiva).
A volte fanno i droni e si avventurano in una visione dall’alto su vicende (sempre letterarie, povere lettere) di cui — non avendo competenze né specifiche né generali — mai lessero né capirono mazza alcuna.
Proprio per questo insegnano — via Repubbliche o Fogli o Messaggeri o Corrieri o Soli o Lune o Stelle (clarite et pretiose et belle) — cosa è giusto pensare e cosa no. Spiegano ai punk che il punk è morto; e poi che sono morti, in ordine inverso di scomparsa, il comunismo, i situazionisti, Freud, Marx, le ciambelle col buco e il fuoco. Spiegano a quegli scriteriati dei prosatori contemporanei che dovrebbero piuttosto andare a capo. Eccetera.
Ma soprattutto esercitano l’udito a non sentire le risate. E l’udito ubbidisce, unico dei loro cinque sensi a distinguerli dai cani.
_