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Un inquadramento della scrittura di ricerca: nel n. 19 della ‘Scuola delle cose’ (Lyceum/Mudima)

La scuola delle cose, n. 19, aprile 2025, SCRITTURA DI RICERCA (pubbl. Mudima / Lyceum)

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forse per la prima volta dopo oltre 20 anni di non disonorevole attività, un certo modo di fare sperimentazione letteraria ottiene un inquadramento teorico-critico complessivo, pur sintetico.

esce cioè il n. 19 del periodico ‘La scuola delle cose’, dell’associazione Lyceum (grazie alla Fondazione Mudima), interamente dedicato alla SCRITTURA DI RICERCA.

lo si sa e lo si è ripetuto assai: la (formula) “scrittura di ricerca” ha una storia di lunga durata, attraversando un po’ tutto il Novecento, almeno dagli anni Quaranta-Cinquanta, e in maniera nemmeno poi troppo carsica. d’accordo. tuttavia questo numero della ‘Scuola delle cose’ non è una disamina storica integrale, semmai un lavoro sugli ultimi venti-venticinque anni di ricerca letteraria, o scrittura complessa. con (ovviamente, immancabilmente) puntuali affondi nel passato e nella produzione di certi autori a dir poco fondativi, soprattutto Corrado Costa e Jean-Marie Gleize.

prima occasione di presentazione: 19 giugno, Milano, Fondazione Mudima:
https://slowforward.wordpress.com/wp-content/uploads/2025/06/la-scuola-delle-cose-n-19_-scrittura-di-ricerca_-fond-mudima-19-giu-2025.pdf

audio della presentazione a Milano:
https://slowforward.net/2025/07/01/pod-al-popolo-072-audio-completo-della-presentazione-de-la-scuola-delle-cose-fondazione-mudima-milano-19-giu-2025/

audio di una successiva presentazione, a Roma:
https://slowforward.net/2025/07/24/pap075-scuoladellecose-n-19-present-5lug2025/

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e, rapidamente descrivendo:

dettaglio de La scuola delle cose n 19_ 2025__ foto di Antonella Anedda

dettaglio da una foto di Antonella Anedda. cliccare per ingrandire

L’espressione “scrittura di ricerca” è in azione da diversi decenni, e di certo si perde già nelle “profondità” del Novecento. Tuttavia, dagli anni 2003-2009 (ovvero fra l’esplosione dei blog letterari e l’uscita del libro collettivo Prosa in prosa – edito da Le Lettere; ora da Tic edizioni) e fino a oggi, il numero di materiali sperimentali e saggi sugli stessi è decisamente cresciuto. Ha dunque senso ed è forse addirittura indispensabile iniziare a fare il punto della situazione. Un primo e senz’altro assai sintetico tentativo è rappresentato da questo numero de «La scuola delle cose», che raccoglie otto interventi di altrettanti studiosi e studiose, intorno alla ricerca letteraria e alle scritture complesse.

queste le autrici e gli autori dei saggi nel tabloid, e i titoli degli interventi:

Gian Luca Picconi,
Scrittura di ricerca, prosa in prosa, letteralità

Massimiliano Manganelli,
Appunti sulle scritture procedurali

Luigi Magno,
Cinque nomi (più uno) e dieci titoli. La poesia di ricerca francese (oggi) in Italia

Chiara Portesine,
Il compromesso fonico: l’eredità di Corrado Costa

Renata Morresi,
Il movimento chiamato Language Poetry in Italia oggi

Chiara Serani,
Scritture non convenzionali e intermedialità (2000-2025)

Luigi Ballerini,
Intervento sulla poesia che si potrebbe fare

Daniele Poletti,
Scritture complesse. Il superamento dell’appartenenza

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il tabloid gratuito è disponibile a Milano in Fondazione (via Tadino 26); a Roma presso la Libreria Tic (piazza San Cosimato 39); a Perugia nella libreria Mannaggia (via Cartolari 8); a Bologna da Modo Infoshop (via Mascarella 24/b); a Napoli alla libreria Luce (piazzetta Durante 1). Continua a leggere

pasquale polidori, 2023: “utilissimo e pratico questo libretto da imparare a memoria…” (vero metodo…)

Video 2023 di Pasquale Polidori sul libro di Marco Giovenale, Vero metodo per la cernita dei poeti (Edizioni Volatili, 2023, con partiture visive di Giuditta Chiaraluce).

Il post di PP:
https://www.facebook.com/watch/?v=5971590182969913&rdid=lIbiFQgeWBzxsAea

Utilissimo e pratico questo libretto da imparare a memoria. (Poi in casa ci sono: la salvia, la fragola, il timo, il rosmarino e la salvia symbol.)

* Continua a leggere

giuseppe muraca: “su ‘scrittori e popolo’, di alberto asor rosa”

Pubblicato nel 1965 dalla giovane casa editrice Samonà e Savelli, Scrittori e popolo di Asor Rosa è diventato nel corso degli anni sessanta e settanta uno dei libri di culto dei giovani intellettuali della nuova sinistra su cui ha avuto un effetto a dir poco dirompente proprio per la sua intensa carica polemica e il suo spirito di rottura, riscontrando il favore di un vasto pubblico di studenti e di lettori. Raramente un libro di saggistica letteraria è stato così fortunato. Insieme a Verifica dei poteri di Franco Fortini, pubblicato nello stesso anno, esso infatti ha aperto una nuova fase nell’ambito della cultura marxista italiana, animato da una passione rivoluzionaria e da una carica utopica davvero singolari, che ha pochi precedenti nella tradizione letteraria e culturale italiana. Scritto tra il 1962 e il 1964, nel clima di riviste come “Quaderni rossi” e “Classe operaia”, Scrittori e popolo ripercorre un secolo e mezzo di storia della cultura e della letteratura, dagli albori dell’ottocento fino ai primi anni sessanta, soffermandosi sui protagonisti della cultura letteraria italiana contemporanea che vengono riletti e interpretati con gli occhi del presente e con uno spirito iconoclasta e demolitore. Infatti, lo scopo principale che si prefiggeva Asor Rosa nel suo libro era quello di liquidare un certo atteggiamento politico paternalistico e rinunciatario assunto dagli scrittori italiani nel corso del tempo nei confronti delle classi subalterne, la politica culturale della sinistra tradizionale, la logica nazional-popolare e il progressismo post-bellico, il rapporto che si era instaurato tra movimento operaio e intellettuali, tra politica e cultura. Partendo da questa premessa, Asor Rosa accusa la maggior parte degli scrittori italiani di aver mantenuto nei confronti delle classi subalterne un atteggiamento di vago e “sussiegoso umanitarismo” e di asfittico provincialismo che ha finito per condizionare profondamente anche la ricerca letteraria, e di aver rappresentato le classi subalterne in maniera ottimistica, mitologica e mistificata, tanto che l’andata verso il popolo di molti di loro si è tradotto in un impegno generico, che ha finito per smarrire qualsiasi impronta classista e rivoluzionaria.

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venerdì 25 novembre, charles bernstein a napoli, alla fondazione morra

Charles Bernstein alla Fondazione Morra, Napoli, 25 novembre 2022

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l’evento facebook:
https://www.facebook.com/events/868500680946470

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ECO /ECHO
https://www.ilverri.it/index.php/le-collane/in-evidenza/eco-echo-detail

Traduzioni di Luigi Ballerini, Gherardo Bortolotti, Carla Buranello, Marco Giovenale, Milli Graffi

Eco/Echo raccoglie le poesie scelte dall’autore a partire da Senses of Responsibility del 1979 fino agli ultimi testi usciti quest’anno negli Stati Uniti in Topsy-Turvy. Ma non è un’antologia con testo a fronte. È un libro bifronte: da una parte i testi in inglese, dall’altra, capovolto il volume, le traduzioni curate dai poeti italiani che hanno collaborato con Bernstein nel segno di una poesia sperimentale e d’invenzione. Il volume accoglie inoltre un saggio di Bernstein sui rapporti tra poesia americana contemporanea e poesia italiana. Per Bernstein la eco/echo-poetica è pensare alla scrittura ­come forma di ascolto verso una “risonanza non lineare di un motivo che rimbalza su un altro. Ancora di più, è la sensazione di allusione in assenza di allusione. In altre parole, l’eco che sto cercando – è lo stesso Bernstein a dircelo – è uno spazio vuoto: l’ombra di una fonte assente”.

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Charles Bernstein (New York, 1950) poeta e saggista statunitense, fondatore e redattore con Bruce Andrews della rivista «L=A=N=G=U=A=G=E» (1978-81) e esponente di punta dei Language poets, ha insegnato alla State University of New York a Buffalo e alla University of Pennsylvania, dove è stato professore emerito in inglese e letteratura comparata. È co-fondatore e co-curatore, assieme ad Al Filreis, di PennSound (writing.upenn.edu/pennsound) e curatore e co-fondatore, con Loss Pequeño Glazier, di The Electronic Poetry Center (writing.upenn.edu/epc). Tra i libri più recenti: Topsy-Turvy (2021), Near/Miss (2018), Pitch of Poetry (2016), Recalculating (2013), Attack of the Difficult Poems: Essays and Inventions (2011), All the Whiskey in Heaven: Selected Poems (2010).

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links:

@ pennsound: https://writing.upenn.edu/pennsound/x/Bernstein.php

@ poetry foundation: https://www.poetryfoundation.org/poets/charles-bernstein & https://writing.upenn.edu/pennsound/x/Bernstein-readings.php

@ poets.org: https://poets.org/poet/charles-bernstein

@ poetry international: https://www.poetryinternational.com/en/poets-poems/poets/poet/102-29694_Bernstein

posts @ jacket2: https://jacket2.org/commentary/charles-bernstein

@ gammm.org:
https://gammmorg.files.wordpress.com/2013/03/Bernstein_Recantorium.pdf  https://gammm.org/2006/10/29/da-parsing-charles-bernstein-1976/ https://gammm.org/2014/03/31/what-makes-a-poem-a-poem-charles-bernstein-2004/ https://gammm.org/2014/02/06/la-contraddizione-diventa-rivalita-charles-bernstein-1983/

about Eco / Echo, in English:
https://slowforward.net/2022/06/19/new-from-il-verri-editions-eco-echo-poems-of-charles-bernstein-translated-into-italian/

scrittrici crudeli / valentina presti danisi. 2022

Valentina Presti Danisi

Volevo scrivere un post sulle scrittrici crudeli, traendo spunto da alcune letture recenti che ho fatto, tanto per cominciare la raccolta di racconti “Un’innocente crudeltà” di Silvina Ocampo, il cui titolo mi ha appunto ispirato il tema. Casualmente poco prima avevo letto “L’ospite e altri racconti” di Amparo Dávila, dove pure si esprime una certa crudeltà, che mi pare però diversa per natura e intensità da quella di Ocampo. Nei brevi racconti di Ocampo la crudeltà (dei personaggi, delle storie, dell’autrice?) è a tutti gli effetti “innocente”, quindi di una gratuità senza accanimento, per così dire. Non è mossa da rabbia o in generale da motivazioni psicologiche di sorta, rientra diciamo nel gioco letterario. Per cui diverte abbastanza, almeno me, ma non la trovo catartica. Ocampo ha ovviamente una scrittura elegantissima e dei picchi di genio, ma nel complesso i meccanismi dei racconti possono risultare ripetitivi. Quindi una bella lettura, ma meglio se saltuaria.
Amparo Dávila ci mette quel carico di cupezza in più che per me significa amore a prima vista. Anche qui c’è molto gioco letterario, ma l’ho trovato meno “addomesticato” di quello di Ocampo, più feroce. C’è paranoia, c’è follia, c’è dell’inspiegabile. La mia impressione è che qui la crudeltà slitti dall’innocenza all’arbitrio. Ma c’è quel po’ di intenzione in più che la rende più comprensibile e vicina, sostanzialmente più umana. Nel primo racconto, “Frammento di un diario”, un uomo compila una propria scala del dolore e registra puntigliosamente a quale grado si trova nel corso delle giornate. Il “quotidiano esercizio del dolore” diventa la sua unica attività e scopo di vita. Al punto da scegliere di sbarazzarsi di chiunque, nel tentativo di creare un legame con lui, possa interferire (“Temevo che la sua semplice presenza potesse disperdere il mio dolore”). Poi qui avevo scritto due righe su un mio tentativo di stilare una scala del dolore, ma le ho tagliate.

Sempre per casualità (ma chissà), ho poi letto “L’età inquieta” di Anna Starobinec, una raccolta di racconti definiti in copertina “dell’orrore”. Ed effettivamente qui si vira con decisione verso il macabro. Le idee di Starobinec sono interessanti, ma purtroppo spesso gli epiloghi sembrano fungere da spiegone. Non a caso il racconto più riuscito, secondo me, è quello più surreale (“La famiglia”), dove l’autrice rinuncia saggiamente a dare una spiegazione degli strani fenomeni vissuti dal protagonista. L’inquietudine così è salva. Continua a leggere

asemic writing and the tragedy of the absurd / jim leftwich. 2022

Jim Leftwich

Asemic Writing and The Tragedy of the Absurd
Summer 2022 / Utah

When I say absurd, I don’t mean quirky.
I don’t think absurdity is a variety of comedy.
Finding comedic relief in inconsequential weirdness does not qualify as an experience of the absurd.

Certain styles of comedy monetize a surrealist juxtaposition of clangorous items and/or ideas to elicit Spasms of Guffaw from a naptive audience. As such, they serve a purpose: to disguise the osmotic suffering of those immersed in the petroleus ooze of The Capitalist Ongoing.

The absurd does not organize itself in order to acclimate our minds around any of the currently available varieties of unbearable realities.

The absurd is: a variety of that which is incomprehensible within the human universe.

A mystery is: that which is uplifting because it is experienced as being incomprehensible within the human universe. We celebrate an encounter with mystery.

The absurd is experientially devastating, annihilating, a psychological sparagmos. We may, after a fashion, celebrate the fact that we experienced it and lived to tell the tale.

Asemic writing is capable of embodying, and conveying, the tragedy of the absurd. But only for the those who want that, who want that kind of thing. For those who do not want that kind of thing, asemic writing is also fully capable of being abstract art school dorm room wallpaper and glamping picnic tablecloth design. I know, I am not being very nice, I’m sorry. Did you by chance see Sun Ra and The Arkestra 40 or 50 years ago? They had The Look. Sparkling robes down to the floor, Egyptian Spaceman Hats 3-feet high. Marching around the stage, chanting, gesturing with their instruments towards the ceiling. I saw them with a few hundred other people in 1982 and not a soul was laughing. We’re they absurd? Absolutely. Sublime? Yes.

The Tragedy of the Absurd is experienced as a Magickal Absurdity. Asemic writing is capable of existing along that spectrum of experiences. I learned that in the late 1990’s as part of my introduction to the idea and the execution of asemic writing. I have never been able to want anything else from it.

apertura del terzo numero della rivista ‘polisemie’

apertura del terzo numero di Polisemie: Rivista di poesia iper-contemporanea.

all’indirizzo https://polisemie.warwick.ac.uk/ è possibile leggere l’articolo di Giuseppe Andrea Liberti, OLTRE MARECHIARE. PRIME OSSERVAZIONI SULLA POESIA NAPOLETANA DEL XXI SECOLO.

Polisemie pubblica numeri aperti (roll-out issues): nel corso dei prossimi mesi sarà possibile quindi trovare articoli sempre nuovi sulla poesia del presente.

altri link per “poesia per il pubblico”: generazioni e differenze (in poesia, scrittura, politica), a-k

https://puntocritico2.wordpress.com/2022/02/23/poesia-per-il-pubblico-generazioni-e-differenze-in-poesia-scrittura-politica-a-k/

https://archive.org/details/marco-giovenale-poesia-per-il-pubblico-feb-2022/mode/2up

https://www.academia.edu/72307114/_Poesia_per_il_pubblico_generazioni_e_differenze_in_poesia_scrittura_politica_a_k

PDF:
https://slowforward.files.wordpress.com/2022/02/marco-giovenale_-poesia-per-il-pubblico_-feb-2022.pdf

ricercabo 2021: a bologna il 4 e 5 dicembre, a palazzo d’accursio

Qui il comunicato stampa :
https://slowforward.files.wordpress.com/2021/12/cs_ricercabo-2021.pdf

https://slowforward.files.wordpress.com/2021/12/cs_ricercabo-2021.pdf

 

intellettuale, pensa che è il contrario — 14 apr 2021

In più di un’occasione, da parte di più intellettuali, critici, autori, critici-poeti, e altre figure legate al mondo dell’itala lettera, nei lustri recenti s’è alta levata come il falco montaliano la doglia nota come “indove so’ finiti l’intellettuali”? Disparve lor ruolo? Una volta Moravia disse toot toot e ora nessuno più flauta? E Pasolini? Ne vogliamo parlare?

Eccetera.

Once upon a time il poeta effàva e la massa gioente in lui si specchiava, si dice. Pasolini andava in tv, ora non più.

E, all’incontrario, quelli párvuli che vengono alla telecamera e in essa si fanno esposti al videoriquadro oggidiano, vedi, mai potrebbono del PPP vantare ruolo, autorevolezza, tono, ma manco i rayban e la mandibula. Men che meno il curvarsi, pensoso.

S’è voltata una pagina, chiuso un libro. Il poeta più alcuno lo pregia. Una volta spostava i voti e creava dalla creta i golem, le sentenze, il sole e la tenebra, più di Berlinguer, ex nihilo sui et subiecti. Mo no. Fine.

Allora mi sono fatto questa idea, vi dico, questa convinzione: che legislatore il poeta o l’intellettuale mai è veramente stato, anzi ragioniamo al contrario, e:

in verità in verità vi dico, o vi direi, col beneficio non dell’inventario ma dell’archivio: facciamoci mente locale, in generale, e vediamo che non è venuta meno la possa del poieta, è semmai che negli anni Sessanta e forse Settanta ancora la tv non avea capito di essere un’altra cosa, e di avere il potere. Lei.

Ancora pensava, prepúbere, di doversi legittimare innanzi al pubblico attraverso (appunto) gli òmini di lettere. C’è voluto un po’ perché capisse di essere lei (la comunicazione, lo spettacolo) L’INTELLETTUALE. E anche il poeta, alla bisogna.

Per cui tutto questo fioccare di avemarie dell’una volta si stava meglio quando si stava intellettuale, non ha ragione d’essere. Anzi, non ha da essere. (Perché mai è veramente stato).

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Quando la tv o meglio la Comunicazione (mediale) ha capito, s’è presa daddovero ciò che già elettivamente era — ab imo — suo: tutto.

E gli intelletti che ora ci vogliono “interagire” (sic est “comparire”: comparse) ad essa ratti si debbono apprendere, e assimigliare. Per anni bagnaron le chiome nel D’Annunzio, or sanno a che fine. E anche sanno cosa serve e cosa no; e

chi serve e chi no.

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Bibliografia essenziale:

https://www.alfabeta2.it/2014/04/06/ampia-collezione-intellettuali-dellimpegno/

https://www.nazioneindiana.com/2014/11/26/andataritorno/

4 maggio: dodicesima sessione di twentytwenty extended conference

martedì 4 maggio, alle ore 18:00, dodicesima sessione di TWENTYTWENTY EXTENDED CONFERENCE. Questi gli interventi:

Paolo Zublena (Università di Genova), Due o tre cose che so (e non sapevo) sulla poesia di ricerca

Costantino Turchi (Università di Roma Sapienza), L’immagine nello spazio della poesia

Poster: Alessandro Ludovico Minnucci (University of Chicago), La poesia performativa contemporanea in Italia: per una nuova metodologia di ricerca

Chair: Massimiliano Manganelli

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Tutti gli incontri si tengono sulla piattaforma Microsoft Teams, a cui è sempre possibile accedere tramite questo link. Il link sarà disponibile anche sulla pagina web del convegno. Si può scaricare gratuitamente l’app Teams sul pc oppure accedere tramite browser (Google Chrome). È possibile consultare il programma e la descrizione dettagliata del progetto alla pagina del convegno.

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incontri a cura di Giulia Bassi e Stefano Milonia

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