Alcune riflessioni dopo l’incontro Scritture complesse, a Parma, Abbazia di Valserena, 16 dicembre 2023, soprattutto intorno all’intervento di Luigi Severi. Ora su Pod al popolo. Il podcast irregolare, ennesimo fail again fail better dell’occidente postremo. Buon ascolto.
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giometti & antonello, l’incipit
In un’epoca in cui la produzione e il consumo di testi conosce un ampliamento senza precedenti, ma al contempo l’autorevolezza di autori e opere vacilla in modo quasi irreversibile e la critica tradizionale e le accademie hanno totalmente smarrito la loro funzione di filtro e di indirizzo, il ruolo dell’editore diviene quanto mai centrale. Per questo motivo azzardiamo la creazione di un nuovo marchio editoriale in cui confluiscono due traiettorie diverse: quella di Gino Giometti, filosofo, co-fondatore e co-direttore per vent’anni della casa editrice Quodlibet, e quella di Danni Antonello, poeta, comparatista, e creatore in pochi anni della libreria antiquaria Scaramouche di Macerata. Questi due tipi di percorso ci consentono di osservare la mutevole natura del testo secondo un’ottica capace di creare uno stacco, una visione in prospettiva rispetto a un mondo che, soprattutto in Italia, sembra conoscere solo la monodimensionalità del consumo, e dove ogni testo nasce, per così dire, già morto. Proveremo a selezionare quei testi che, in tutta la tradizione scientifica e letteraria, trovano proprio oggi – e forse per la prima volta, e forse all’oscuro dei più – il loro momento privilegiato di leggibilità. Scritti che sfuggono di mano al loro autore, pagine postume, anche se “pubblicate in vita”, lettere e diari, “appunti sparsi e persi”, e tutti quei frammenti di scrittura che puntellano le rovine della moderna letteratura d’Occidente.
Non è più il tempo dell’editore come archivista, la cui funzione era di riempire le biblioteche di volumi in attesa di un lettore che, non importa quando, li avrebbe salvati dalla polvere. Oramai i magazzini digitali sono più che sufficienti. L’editore deve trovare il coraggio di riproporsi come guida.
Giometti & Antonello
oggi, 16 dicembre, a parma: “scritture complesse 2023” @ abbazia di valserena _ un primo confronto sulle esperienze più recenti
si tiene OGGI – sabato 16 dicembre 2023 – a Parma,
nella cornice dell’abbazia di Valserena,
il primo raduno dedicato alle
SCRITTURE COMPLESSE
pdf:
scritture complesse_ 16 dic 2023_ parma
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16 dicembre, parma, “scritture complesse 2023” @ abbazia di valserena
si terrà a Parma, nella cornice dell’abbazia di Valserena
il primo raduno dedicato alle
SCRITTURE COMPLESSE
sabato 16 dicembre 2023.
pdf:
scritture complesse_ 16 dic 2023_ parma
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draft e notille su alcune scritture di ricerca + un post scriptum / marco giovenale. 2013
Riprendo un testo di dieci anni fa che forse può avere qualche motivo di interesse, considerando le domande e discussioni che si attivano e riattivano nel tempo sul tema delle “scritture di ricerca”:
pdf: https://slowforward.files.wordpress.com/2023/12/marco-giovenale_-draft-e-notille-su-alcune-scritture-di-ricerca_-2013.pdf
Marco Giovenale
Draft e notille su alcune scritture di ricerca
In occasione di
Poesia 13 – Cantiere aperto di ricerca letteraria
Rieti, 17-19 maggio 2013
già in Portbou:
15 mag. 2013: http://blogportbou.wordpress.com/2013/05/15/draft-e-notille-su-alcune-scritture-di-ricerca/
16 mag. 2013: http://blogportbou.wordpress.com/2013/05/16/post-scriptum-a-draft-e-notille-su-alcune-scritture-di-ricerca/
poi in Punto critico dal 25 giu. 2013
Una serie di appunti, schematica come quella che segue, può valere non come rapporto/supporto di poetica o campitura di un’area, ma forse come sequenza – per quanto prolissa – scarabocchiata sul notes proprio velocemente, quasi frettolosamente, prima di avventurarsi nel dialogo. Sul tema – o problema – della scrittura di ricerca o delle “scritture nuove” di ricerca. (E sui modi e motivi che ha la mia di ritenersi in queste inclusa).
Se di schema rapido si tratta, non ne verrà negata la natura distratta-provvisoria, niente affatto sistematica (nemmeno in quanto distratta). (Forse la regola è: essere talmente distratti da mandare a monte la regola[rità] della distrazione).
Magari di queste pagine si apprezzerà o non disdegnerà – in ordine a una qualche riduzione di disorganizzazione – il tentato raggruppamento per zone o micronuclei: 1, lettura in pubblico (esecuzione pubblica del testo); 2, tecniche o modi di costituzione del testo; 3, struttura dei testi; 4, rapporto con testi o meglio con modi e forme già noti (cioè con qualche “tradizione”).
Per altro, tutte le notille valgono per taluni autori che nominerò; e – stando a testi miei – solo per le prose che leggerò a Rieti.
Una premessa – ultima: non si intende e non si intenda l’aggettivo “nuove” come “migliori di” altre (che sarebbero “vecchie”).
la camera verde: programma delle attività e proiezioni di dicembre 2023, annotazioni di gians
CENTRO CULTURALE LA CAMERA VERDE
…dal 1999…
in Via Giovanni Miani 20, Roma – t. 3405263877
www.lacameraverde.com – info@lacameraverde.com
PROGRAMMA DICEMBRE 2023
Tutti i film sono in versione originale, non sempre con i sottotitoli in italiano.
Ingresso libero con tessera annuale – Si consiglia la prenotazione.
due riflessioni (quasi) slegate in un post singolo
1) ma i poeti civilissimi e assai generazionali? l’impegno? dove stanno? non necessariamente in poesia, anche solo in piazza o su facebook. chissà. si saranno accorti che è in corso un genocidio? fino a poche settimane fa incartavano o guardavano incartare la doggy bag dei punti allo StregaPoesia. staranno partecipando ad altri premi?
2) ma si parla ancora del male del colonialismo, vero? cioè: ci sono gli studi decoloniali, post-coloniali, sì? e resta vero che gli imperi fanno danni in primis attraverso occupazione e colonizzazione, sì? ecco, per dire… riflettevo così perché i coloni israeliani, mi sembra di capire, si chiamano coloni.
pod al popolo, #018: appunti (personali) su “esiste la ricerca” il 3 settembre 2023
La sera del terzo giorno di Esiste la ricerca (1-2-3 settembre, Milano, foyer del Teatro Litta), sono resuscitati alcuni miei appunti: vocali meglio che scritti. Chi volesse ascoltarli può trovarli qui su Pod al popolo. Il podcast irregolare, ennesimo fail again fail better dell’occidente postremo. Buon ascolto.
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diretta mtm teatro: antonio syxty intervista mg su ‘esiste la ricerca’, 1-2-3 settembre 2023
essere (stati) giovani scrittori oggi / fabrizio venerandi. 2023
Da ragazzo credevo esistesse una generazione di scrittori, critici, poeti e intellettuali precedente alla mia, dei fratelli maggiori diciamo, alla quale mi sarei dovuto rapportare, cosa che ho fatto, credendo che questa generazione avrebbe traghettato la mia e i migliori della mia, quelli che pubblicavano, verso un nuovo ambiente culturale.
A quel tempo, tra la fine degli anni ottanta e quella dei novanta, pubblicare era la cosa che più desideravo. Mi ero anche dato delle scadenze entro le quali sarei dovuto diventare il nuovo Pennac, il figlio di Benni o qualche altra porcheria che avevo in testa in quel periodo.
Vedevo lo scrittore come la persona che ce l’aveva fatta e i cui libri erano aspettati dal proprio pubblico. I romanzi uscivano come oggi uscirebbe una nuova serie Netflix e tutti ne parlavano. Questa era la percezione che avevo da ragazzino, prima della rete.
Pubblicare, prima di internet, era un sogno. Non esistevano posti dove la gente poteva leggere le tue cose. Uniche, le riviste come Il Maltese, Versodove, Il Babau, La Rosa Purpurea del Cairo, Il Paradiso Degli Orchi, Ellin Selae e altre ancora.
Adesso, passati più di trent’anni, tutto quel mondo appare come un’illusione che mi ero creato. Il panorama si è trasformato e gli idoli che avrebbero dovuto scandire con le loro uscite editoriali il mio mondo sono finiti in seconda e terza fila.
I loro romanzi e le loro poesie ingrossano la loro bibliografia su Wikipedia, quando c’è, ma sono scomparsi dall’immaginario collettivo. Sono stati sostituiti dalle serie in streaming, dai nuovi videogiochi in uscita, dalle produzioni internazionali degli eroi che – da bambini – guardavamo e leggevamo senza sapere che ci avrebbero tormentato come tafani invecchiati per decenni: Spiderman, Luke Skywalker, Iron man.
Gli editori che guardavo come marchi inossidabili oggi sono fragili golem dai piedi di fango che si scrivono sulla fronte nomi goffi che pronunciano mandando in pezzi parte del bilancio. Flipbook. Influencer. Non sanno nemmeno loro bene.
Si mangiano l’un altro, si assorbono, si divorano, si masticano e alla fine hanno tutti lo stesso gusto di mercato.
Oggi mi trovo qua a essere un giovane scrittore, non affermato, ma invecchiato. Un giovane invecchiato, più collegato a questa nuova generazione che sta arrivando che a quella che mi avrebbe dovuto precedere e dove, alla fine, tutti si sono seduti appena hanno trovato un ramo su cui farlo. Non tutti magari.
Ho avuto un sogno infantile, e questo sogno ora è la materia con cui ho a che fare in un panorama che si è completamente trasformato e che – da un certo punto di vista – mi piace anche molto di più. Ma dove il peso della letteratura, della poesia e – in genere – della cultura è stato scarificato dalla rivoluzione dei media che è ancora in corso.
pod al popolo, #015_ poesia riconoscibile, poesia ri-conosciuta, e postpoesia
Su Snaporaz il 20 luglio è comparso questo articolo di Gilda Policastro:
“Siamo in troppi a farmi schifo”: i poeti e il loro pubblico https://www.snaporaz.online/siamo-in-troppi-a-farmi-schifo-i-poeti-e-il-loro-pubblico/
Il 3 agosto Fahrenheit (RadioTre) invita lei a parlarne, insieme a Elisa Donzelli e Maurizio Cucchi (il link che segue è già predisposto per far iniziare la trasmissione nel punto preciso in cui Susanna Tartaro introduce il dialogo, a 36′ 23”):
Poesia, come riconoscerla? https://www.raiplaysound.it/audio/2023/08/Fahrenheit-del-03082023-737b0288-4446-4f8b-ae03-421758ccd08e.html?ts=2183
Last & least: attraverso una serie di annotazioni audio montate assieme (chiedo venia per la variabilità del timbro e dell’altezza dei suoni), ho cercato di intercettare gli argomenti di Policastro, Donzelli e Cucchi rispondendo in particolare ai rilievi di quest’ultimo, in Pod al popolo. Il podcast irregolare, ennesimo fail again fail better dell’occidente postremo. Buon ascolto.
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N.b.: nella registrazione non faccio alcun cenno alla mia sommaria ricostruzione di un periodo cruciale della distribuzione/editoria di poesia tra inizio anni Ottanta e primi anni Duemila, e quindi della situazione tragicomica in cui si trova la poesia (assertiva) contemporanea; ma chi lo desidera può leggere questi due interventi:
https://slowforward.net/2022/02/21/poesia-per-il-pubblico-a-k/
e
https://slowforward.net/2022/10/12/italia-sommersa-francia-emersa/
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