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Alessandro Portelli, sui numeri del genocidio a Gaza (articolo di oggi sul ‘manifesto’)

Alessandro Portelli

Il 12 maggio 1996, a un intervistatore televisivo che le chiedeva se mezzo milione di bambini morti in Iraq fossero un prezzo che valeva la pena pagare, Madeleine Albright – ambasciatrice degli Stati uniti all’Onu e segretaria di stato durante la guerra in Iraq – rispose: «È una scelta difficile ma pensiamo che fosse un prezzo che valeva la pena».

Il 10 agosto scorso, Kamala Harris – prossima, speriamo, presidente degli Stati uniti – ha detto che i civili uccisi a Gaza sono «far too many», davvero troppi. In modo più confuso e ambiguo, anche il presidente uscente Joe Biden ha detto la stessa cosa nel suo discorso alla convention democratica a Chicago. Continua a leggere

Chiara Cruciati oggi sul “manifesto”, a proposito di israele e dei continui bombardamenti che coinvolgono ogni tavolo di trattativa

Chiara Cruciati,
“il manifesto”, 12 ago. 2024

Lo schema si ripete da mesi, modello rintracciabile anche in offensive del passato, in Libano nel 2006, nella Cisgiordania della seconda Intifada: quando un cessate il fuoco sembra concretizzarsi, quando il dialogo procede seppur a tentoni, quando i mediatori internazionali a Parigi, al Cairo, a Doha limano dettagli e misurano al millimetro le concessioni all’una o all’altra parte, il governo israeliano sgancia la sua bomba.

Bombarda Gaza e bombarda il tavolo negoziale: due in uno, con una sola azione eclatante, mortifera e umiliante. Il triplo raid sulla scuola al-Tabin a Gaza City ne è l’ultimo esempio, poche ore dopo che lo stesso Netanyahu aveva annunciato l’invio del suo team negoziale al tavolo del 15 agosto, riaperto sull’onda di una rinnovata e disperata impellenza globale.

PARTIAMO dalla fine. Il 13 luglio nella «zona sicura» di Mawasi, lungo la costa sud, una serie di missili ha centrato le tende degli sfollati. Novanta uccisi, un bagno di sangue che Israele ha giustificato con un obiettivo: il capo militare di Hamas, Mohammed Deif. Colpirne uno. Dei 300 feriti molti moriranno nei giorni successivi.
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Intimidazioni alla CPI e continuazione dei crimini di israele contro la Popolazione Palestinese: un articolo del 2 giugno su GlobalProject

Solo un frammento (ma è importantissimo leggere l’intero articolo) da La guerra totale di Israele contro la giustizia e la solidarietà internazionale (Elisa Brunelli su GlobalProject, 2 giugno 2024):

[…]
Da quando l’ICJ ha emesso la sentenza, in soli tre mesi Israele ha ucciso almeno 8.273 palestinesi e ferendone altri 12.881. Dal 7 ottobre al 31 maggio 2024, a Gaza sono state uccise in tutto 36,370 persone, più 82,400 ferite. Questi numeri, va ricordato, sono tuttavia da considerarsi al ribasso perché includono solamente le persone giunte in ospedale e identificate dal personale sanitario. A migliaia rimangono ancora sotto le macerie, nelle strade e all’interno di fosse comuni non ancora individuate. Ad oggi, più di 10.000 persone risultano ancora disperse. 
Israele ha costretto alla fuga 900.000 Palestinesi da Gaza solo nel mese di maggio, mentre l’invasione di terra a Rafah ha portato al collasso gli ultimi settori vitali della striscia. Israele ha deliberatamente ignorato anche le disposizioni della Corte riguardanti la fornitura di aiuti, mettendo fuori servizio il settore sanitario, provocando gravissime carestie al nord e minacciandone di ulteriori nelle altre aree della striscia a seguito della presa del valico di Rafah e delle ulteriori restrizioni all’ingresso e alla distribuzione di aiuti vitali. Secondo i rapporti medici, almeno 31 persone, tra cui 27 bambini, sono morti nell’ultimo mese di denutrizione e disidratazione.
L’assedio dell’ospedale Al Shifa da parte di Israele, iniziato il 18 marzo fino al 1° aprile, ha causato la morte di almeno 400 palestinesi. Dopo il ritiro di Israele, filmati scioccanti e testimonianze hanno mostrato centinaia di cadaveri, alcuni decomposti, sparsi dentro e intorno all’ospedale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha segnalato numerose fosse comuni e molti cadaveri parzialmente sepolti, con gli arti visibili, nel complesso dell’ospedale. In altre occasioni, i carri armati israeliani hanno schiacciato i corpi a morte, impedendone l’identificazione. In altri casi è emerso che diverse persone sono state sepolte vive. Numerosi corpi rinvenuti nelle fosse mostravano inoltre segni di tortura, compresi alcuni trovati ammanettati, spogliati e sottoposti a mutilazioni.
Due giorni dopo l’ordine della Corte Internazionale di Giustizia di bloccare l’offensiva militare a Rafah, la sera del 26 maggio, gli aerei da guerra israeliani hanno colpito un rifugio dell’UNRWA che ospitava palestinesi sfollati nell’area indicata dai militari come “zona sicura” a nord-ovest di Rafah. Il bilancio è gravissimo: almeno 45 palestinesi sono stati uccisi e altri 145 sono stati feriti. I video raccapriccianti dei testimoni hanno fatto il giro del mondo: tende bruciate, corpi carbonizzati e un bambino decapitato. Quel giorno Israele ha bombardato 10 siti dell’UNRWA tra Rafah, Jabalia, Nuseirat e Gaza City che ospitavano migliaia di palestinesi sfollati. L’attacco è avvenuto in concomitanza all’approvazione a larghissima maggioranza da parte della Knesset di una bozza di legge che dichiara l’UNRWA un’organizzazione terroristica.
[…]

(https://www.globalproject.info/it/mondi/la-guerra-totale-di-israele-contro-la-giustizia-e-la-solidarieta-internazionale/24942)

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pdf anche qui: Elisa Brunelli_ La guerra totale di Israele contro la giustizia e la solidarietà internazionale

Palestina: alcuni screenshot aprile-maggio 2024

Immagini liberamente visionabili e scaricabili al link
https://mega.nz/folder/XtsSkZhL#zrsEOQWoIH1vp8I-y0dfNA

Dalla notizia del senatore repubblicano Hutchinson che suggerisce di nuclearizzare Gaza, alla distruzione del convoglio umanitario di World Central Kitchen, alle condizioni dell’ospedale di Al Aqsa e a ciò che è stato trovato ad Al Shifa quando gli occupanti sionisti si sono ritirati, alle notizie del gruppo Telegram di 150mila estremisti che deridono i bambini palestinesi massacrati, all’ambasciatrice Nikki Haley che firma le bombe che andranno a distruggere scuole, ospedali e famiglie, fino al “Massacro delle tende” di Rafah (26-27 maggio 2024),  all’incendio e devastazione del mercato di Ramallah, e alla chiusura da parte di Meta di centinaia di falsi account usati dai sionisti per attaccare le proteste studentesche negli USA e amplificare false accuse di antisemitismo.

La situazione a Rafah al 29 maggio 2024: ulteriori bombardamenti israeliani (articolo da Radio Onda D’Urto)

da Radio Onda D’Urto
https://www.radiondadurto.org/2024/05/29/palestina-ancora-crimini-di-guerra-israeliani-a-rafah-il-genocidio-prosegue/

Per il secondo giorno consecutivo i carri armati israeliani attaccano il centro di Rafah (nella foto), dozzine i feriti nella zona orientale. In fiamme diversi depositi di aiuti. I costanti bombardamenti israeliani durante la notte hanno distrutto molte case nella zona, dove migliaia di persone sono fuggite dopo l’ordine di evacuazione da parte di Israele che parla di “azione mirate nel Corridoio Filadelfia… con l’intento in ogni caso di non colpire civili non coinvolti”. In realtà, il genocidio prosegue, nell’inazione del mondo.

Nella zona di Rafah sono morti anche 3 soldati occupanti e altri 3 feriti negli scontri con la Resistenza palestinese. Il bilancio ufficiale dei soldati israeliani morti dal 7 ottobre è a quota 291. I morti palestinesi invece sono oltre 36mila, poco meno della metà minori, con 81mila feriti e almeno 10mila dispersi. Sempre più lampante che si tratta di una strage indiscriminata, che la si chiami pulizia etnica o genocidio vero e proprio, come chiedono da tempo numerosi Stati, guidati dal Sudafrica, che chiede al diritto internazionale di fermare e sanzionare i capi politici della destra israeliana.

Su questo il quotidiano inglese The Guardian denuncia le minacce di Yossi Cohen, l’ex capo del Mossad, alla Corte penale internazionale. I contatti di Cohen con l’ex procuratrice della Cpi, Fatou Bensouda, riguardano il 2021, con l’avvio dell’inchiesta culminata la scorsa settimana quando il successore di Bensouda, Karim Khan, ha annunciato la richiesta di un mandato di arresto per, tra gli altri, il premier Netanyahu. Le minacce non sono solo di natura politica, ma anche personale: “Dovresti aiutarci – diceva il Mossad alla Bensouda – e lasciare che ci prendiamo cura di te. Non vuoi immischiarti in cose che potrebbero compromettere la tua sicurezza o della tua famiglia”.

Un aggiornamento su tutto questo con Cecilia Dalla Negra, giornalista di Orient XXI:

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volevate dei VERI bambini decapitati?

https://www.instagram.com/reel/C7cdWF7ABib/

beware: strong content
attenzione: contenuti forti

beware: zionist “mistakes”
attenzione: “errori” sionisti

#TheTentsMassacre #MassacroDelleTende

“un tragico errore” !!!

https://slowforward.net/2024/05/28/dip-015-un-tragico-errore/

“How many civilians did you kill?” — no reply from the israeli spokesperson

https://platform.twitter.com/widgets.js

https://x.com/AntonellaNapoli/status/1795364405791674746

Le invenzioni del governo italiano per coprire i massacri in corso a Gaza. Ma, esattamente, che trappola rotta gira e scatta nella testa del governo?

https://x.com/FranceskAlbs/status/1795152021210747212

(ma quale rispetto per gente  come taj***?)
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