Archivi categoria: ricostruzioni

righe attuali e inattuali

queste righe: https://noblogo.org/differx/lincipit-di-questa-pagina-di-luca-sossella

andrebbero lette insieme a queste:  https://noblogo.org/differx/appena-ora-mi-sono-assai-immalinconito-e-paradossalmente-divertito-rileggendo

per poi passare a queste, più remote e però (nel prolasso senile o puerile dell’italia letteraria tracimattuale) temo necessarie:

https://slowforward.net/2013/07/05/corrispondenza-privata-_-1-assertivo-non-assertivo/

https://slowforward.net/2014/01/02/spettri-che-parlano/

L’indegno discorso della seconda carica dello stato

un post di Lorenzo Tosa su fb:

Mentre noi ricordiamo quei sette eroi antifascisti dei fratelli Cervi, la seconda carica dello Stato Ignazio Benito Maria La Russa celebra orgogliosamente sui social la nascita del Movimento Sociale Italiano, ovvero il partito erede in linea diretta del fascismo.

Di cui ha fatto anche parte.

Lo ha fatto con parole indegne per chiunque, figuriamoci per chi, come lui, riveste un incarico così importante in una democrazia.

E, nel farlo, ha elogiato Almirante e i fondatori del Msi con parole semplicemente lunari:

“Non chiesero neanche per un attimo di tornare indietro, non tentarono di sovvertire con la forza ciò che per altro sarebbe stato impossibile sovvertire, accettarono il sistema democratico e fondarono un partito”.

Ah, dovremmo anche ringraziarli perché, dopo aver fallito con la dittatura, accettarono la democrazia.

Ma che sinceri democratici questi fascisti…

Ma mica è finita qui. La Russa ha poi definito la fiamma “un simbolo di continuità (sì, continuità col fascismo…) e anche un simbolo di amore, di resilienza”.

Sì, lo ha detto davvero: la fiamma “un simbolo di amore”.

Roba da matti.

Queste parole sono uno sfregio intollerabile a chi è morto per combattere e fermare tutto ciò che quella fiamma indegnamente rappresenta.

E se La Russa è lì, se siede su quella poltrona e può pronunciare liberamente tali abomini lo deve solo a chi ha dato la sua vita per difendere la libertà e la democrazia.

Non se lo scordi mai. E si vergogni.

Da ‘Baobab Experience’: la storia di Barah

Non è stato facile ma ce l’abbiamo fatta.

La piccola Barah potrà riabbracciare il suo papà.

Dopo 4 anni di lontananza forzata e una separazione dolorosissima, dopo un anno di colpevole inerzia della Prefettura di Roma, abbiamo vinto il ricorso in Tribunale: al Ministero degli Esteri, condannato al pagamento delle spese di lite, è stato ordinato di rilasciare il visto di ingresso per la piccola e la nonna.

Questo è il significato del Natale.

Questa è la campagna “Uscite d’emergenza”.

La famiglia di Barah è una delle tante famiglie separate e distrutte dalla guerra e dalle frontiere.

La bambina, con la nonna e la bisnonna vivono nel campo profughi di Touloum, nella regione di Wadi Fira, al confine tra Sudan e Ciad.

Sono fuggite lì, dopo i massacri di Al-Fashir, capitale del Darfur settentrionale.

Nel campo UNHCR manca tutto: acqua potabile e cibo ma anche sicurezza.

La giovane zia di Barah è andata un giorno a fare la legna e non ha mai più fatto ritorno. Scomparsa. Di lei si sono perse le tracce come per le altre vittime dei frequenti rapimenti.

Nonostante questo, l’Italia si è di nuovo mostrata quella che è: un Paese illegale. Continua a leggere

“Leoncavallo, i giorni dello sgombero” / Alberto Grifi, Paola Pannicelli + Collettivo Video csoa Leoncavallo

 

Leoncavallo, i giorni dello sgombero

dalla pagina su youtube: Continua a leggere

[r] [da slowforward] _ se vale la pena o no (re)stare su facebook ecc.

cerco non da oggi di raccogliere le idee e capire, mettendo due annotazioni nero su bianco, se vale la pena o no, anzi se è giusto o no continuare a stare ‘anche’ su facebook. e su X.

fb ha fatto per quasi due anni un feroce banning & shadowbanning di notizie sul genocidio, e per certi aspetti la censura continua.

fb scoraggia in vario modo la permanenza gratuita sulla piattaforma.

tempo fa (forse anche adesso: controllerò) chiedeva la sottoscrizione di un piano a pagamento per poter usufruire non solo di strumenti avanzati (immagino AI et alia) ma anche di una condivisione dei post a “tutti” invece che limitata alla sola categoria “amici”. potrei voler uscire prima o poi (anche) da questo ricatto.

Zuckerberg ha ramazzato – da Scale – manager e menti pensanti e vuole creare una nuova superintelligenza artificiale che francamente (per motivi economici, tecnici, ecologici ecc.) credo sia il caso di osteggiare in tutti i modi.

fb/meta è un potentato che sbacchetta miliardi come bruscolini, e in quanto tale non può non rappresentare il peggio del peggio (insieme ad altre entità generaliste) anche in termini di alleanze con i poteri neocoloniali, neofascisti e di neocontrollo che ormai si mangiano intere economie statali e decidono del presente e del futuro di nazioni intere, pianeti interi.

X e Amazon meriterebbero analisi diversificate ma nella sostanza analoghe, le risparmio.

alla fin fine bisogna disinstallare, disinstallare.

oppure disorientare il sistema con prassi di cabotaggio/nomadismo, cioè usando e insieme subito abbandonando i poli mainstream escludenti (= le piattaforme pensate per ‘verticalizzare’ singoli [wannabe] influencer) a favore semmai di una strategia orizzontale di viralizzazione.

essere cioè non in uno o pochi spazi social che recintano i lavori intellettuali col miraggio di farne svettare uno, ma in una rete di nodi interconnessi via link sempre riproposti. usando inoltre gli stessi link in funzione bait, esche per tirar via i navigatori dalle secche mainstream.

contare solo sui propri spazi blog (e social, e siti), e sul fediverso. possibilmente.

*

[ulteriori notille qui: https://noblogo.org/differx/continuo-a-credere-in-una-disseminazione-diffusione-e-militanza-politica-e]

[e, sparsamente, qui: https://slowforward.wordpress.com/wp-content/uploads/2025/10/9-notille-a-unintervista_-marco-giovenale_-31ott2025.pdf]

[continua]

&…

facebook, o della deficienza artificiale (9 apr 2024)
costituire e ampliare reti sociali indipendenti (27 mag 2024)
+ su differx
stop #shadowbanning (28 mag 2024)
uscire o non uscire dai social zucki muski trumpi (13 gen. 2025)
notilla differxa sui social sociali (16 feb 2025)

 

Comunicato di risposta all’attacco della meloni alle organizzazioni palestinesi

COMUNICATO DI RISPOSTA ALL’ATTACCO DELLA MELONI ALLE ORGANIZZAZIONI PALESTINESI

Giovani Palestinesi d’Italia (GPI)
Unione Democratica Arabo Palestinese (UDAP)

L’invito di Abu Mazen ad Atreju e l’esplicito attacco della Meloni alle realtà e ai movimenti palestinesi nel comizio finale, costituiscono un dato di fatto significativo: la capacità del movimento di resistenza palestinese di rivelare le fratture e le contraddizioni del sistema politico italiano ed internazionale.

Per rispondere più nel dettaglio alla Presidente, che ad Atreju ci ha interpellati direttamente, “pretendendo di sapere se la resistenza della quale parliamo sia Hms”.

Siamo d’accordo con Meloni quando dice che “la pace non si fa con le canzoni di John Lennon ma con la deterrenza”, e ribadiamo che, come dimostra l’oltre un secolo di lotta anticoloniale del nostro popolo, in Palestina l’unica deterrenza contro “Israele” è la Resistenza.

Chi ha storicamente rappresentato i palestinesi, in Palestina e nella diaspora, non è mai stato un organo imposto dall’esterno, ma il movimento di resistenza nella sua pluralità di movimenti, partiti, fazioni e gruppi, che hanno guidato e sostenuto nel tempo tutte le forme della lotta di liberazione. La resistenza palestinese non è un fenomeno contingente né riconducibile a un singolo attore, è un processo storico che si sviluppa da oltre un secolo e che si esprime in forme molteplici: dalla resistenza politica e sociale a quella culturale, dalla resilienza quotidiana delle comunità al sacrificio dei prigionieri, dei giornalisti, delle donne e dei bambini sotto assedio.

Perciò l’unico legittimo rappresentante del popolo palestinese è chiunque e qualunque fazione lo difenda contro l’occupante sionista, compresi alcuni membri proprio del partito del suo ospite e caro amico Abu Mazen. Uno di questi si chiama Anan Yaeesh, detenuto in Italia, a Melfi, con false e ingiuste accuse. Anan non è né un membro di Hms né di qualche partito comunista, ma un militante di Fateh, che tecnicamente è il partito dell’Autorità Palestinese. Abu Mazen ha mai parlato a Meloni di Anan? Ha mai preteso la sua liberazione? Certamente no, e questo dà la misura di quanto sia traditore dei palestinesi, a partire da quelli che dovrebbero essergli più prossimi. Continua a leggere

una disseminazione orizzontale contro la presunta “verticalità” degli influencer

continuo a credere in una disseminazione/diffusione […] orizzontale, e diffido di una prassi verticale e centripeta.
i #social e qualsiasi altro luogo della superficie #mainstream della rete blandiscono e capitalizzano il #narcisismo e la #separazione degli utenti (e dei) critici, quindi privilegiano l’aspetto centralizzatore e verticale … [continua qui] https://noblogo.org/differx/continuo-a-credere-in-una-disseminazione-diffusione-e-militanza-politica-e


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