Non è stato facile ma ce l’abbiamo fatta.
La piccola Barah potrà riabbracciare il suo papà.
Dopo 4 anni di lontananza forzata e una separazione dolorosissima, dopo un anno di colpevole inerzia della Prefettura di Roma, abbiamo vinto il ricorso in Tribunale: al Ministero degli Esteri, condannato al pagamento delle spese di lite, è stato ordinato di rilasciare il visto di ingresso per la piccola e la nonna.
Questo è il significato del Natale.
Questa è la campagna “Uscite d’emergenza”.
La famiglia di Barah è una delle tante famiglie separate e distrutte dalla guerra e dalle frontiere.
La bambina, con la nonna e la bisnonna vivono nel campo profughi di Touloum, nella regione di Wadi Fira, al confine tra Sudan e Ciad.
Sono fuggite lì, dopo i massacri di Al-Fashir, capitale del Darfur settentrionale.
Nel campo UNHCR manca tutto: acqua potabile e cibo ma anche sicurezza.
La giovane zia di Barah è andata un giorno a fare la legna e non ha mai più fatto ritorno. Scomparsa. Di lei si sono perse le tracce come per le altre vittime dei frequenti rapimenti.
Nonostante questo, l’Italia si è di nuovo mostrata quella che è: un Paese illegale. Continua a leggere
