
https://orientxxi.info/magazine/haaretz-il-giornale-di-opposizione-in-israele,6011
Sylvain Cypel in ‘OrientXXI’. Traduzione dal francese di Cecilia Dalla Negra e Luigi Toni.

https://orientxxi.info/magazine/haaretz-il-giornale-di-opposizione-in-israele,6011
Sylvain Cypel in ‘OrientXXI’. Traduzione dal francese di Cecilia Dalla Negra e Luigi Toni.
Tre post di Amnesty International sulla situazione palestinese. Da leggere attentamente. Alcuni screenshot dal terzo articolo qui: https://t.ly/HUKO
https://www.amnesty.it/israele-e-territori-palestinesi-occupati-aumento-delle-uccisioni-illegali-urgente-porre-fine-allapartheid-israeliano-contro-i-palestinesi/
https://www.amnesty.it/appelli/demolire-lapartheid-non-le-case-palestinesi/
https://www.amnesty.it/apartheid-israeliano-contro-i-palestinesi-un-crudele-sistema-di-dominazione-e-un-crimine-contro-lumanita/
#Palestina
#PalestinaLibera
#Noapartheid
Se un milione di noi firmerà questa iniziativa, l’Europa dovrà votare sul divieto di commerciare con le colonie che occupano illegalmente altre nazioni, come la Palestina. È un’opportunità storica. Unisciti a me per assicurarci che le terre rubate a persone innocenti non siano di profitto per nessuno https://secure.avaaz.org/campaign/it/stop_trade_with_settlements_loc_it/?btkTrbb=&v=142954&cl=19795994279&_checksum=18676ae20e1f3c169d0bdec960e3ce1225b94290d349dc7fc51ecfe78102a780&utm_source=share&utm_medium=webshare_api&utm_campaign=HJHHOpeCQzOsvW4oH0DcQw
Oltre 100 tra le più importanti organizzazioni per i diritti umani e sindacati europei hanno appena lanciato un’iniziativa legale per bandire dall’Unione europea i beni prodotti illegalmente negli insediamenti abusivi dei territori occupati. Se si raccoglierà il milione di firme necessario, l’UE potrebbe vietare un commercio basato sulla miseria del popolo palestinese, che riempie le tasche di coloni abusivi e leader corrotti.
I coloni abusivi guadagnano centinaia di milioni di euro all’anno vendendo i loro prodotti in Europa a persone che non sanno che stanno letteralmente finanziando crimini di guerra, come sono definiti dalla Convenzione di Ginevra. Il bando di questo commercio cambierebbe completamente la situazione in Israele e Palestina: i soldi dei consumatori europei – i TUOI soldi – smetterebbero di finanziare gli insediamenti israeliani violenti e illegali, spesso costruiti letteralmente sulle macerie delle case palestinesi.
Questa campagna è speciale e storica: per la prima volta palestinesi, ebrei ed europei chiedono insieme di eliminare i profitti che al momento rendono la violenza più redditizia della pace.
Maggiori informazioni:
Bambini palestinesi lavorano nelle colonie israeliane (BDS)
L’evoluzione della politica di colonizzazione israeliana nei Territori palestinesi occupati (Lo Spiegone)
#StopAlCommercioConGliInsediamenti (Pagina ufficiale dell’Iniziativa dei cittadini europei)
Palestina-Israele, Onu: nessuna giustificazione per terrorismo o violenza contro i civili (GreenReport.it)
Un report ambientale sui Territori Palestinesi Occupati (Centro Studi Sereno Regis)
Israele e Territori palestinesi occupati: aumento delle uccisioni illegali, urgente porre fine all’apartheid israeliano contro i palestinesi (Amnesty International)

di Françoise Feugas
(traduzione italiana di Luigi Toni)
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At least four artists withdrew from the festival, joining fifteen others since 2017.
Palestinians thank Lafawndah (and bandmate Trustfall), Alewya, Franky Gogo and Gigsta for withdrawing from @popkulturberlin, that is partnered with apartheid Israel #PK22
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Four artists have withdrawn from Pop Kultur Berlin this year, in protest at its partnership with apartheid Israel! They join at least fifteen others to have boycotted the music festival since 2017, responding to private and public appeals from human rights defenders.
Parisian artist Lafawndah wrote in her eloquent statement that “the festival’s stance is an effective show of support for racism, colonial brutality and murder, despite its savvy marketing language touting inclusion, diversity and tolerance.”
But Pop Kultur Berlin is still insisting on continuing its partnership with apartheid Israel, claiming that artwashing Israel’s apartheid regime and massacres in Gaza is “common practice”. It must have missed the thousands of artists who have endorsed the cultural boycott of Israel.
Even now, prominent German politicians allied to the festival are condemning the campaign and the principled artists who supported it and launching cynical smears against them. Let’s show once again that our collective impact is greater than these desperate, anti-Palestinian attacks.
Not on Twitter? You can also copy the below comment and post it onto the festival’s Instagram & Facebook pages.
Thank you Lafawndah & Trustfall, Alewya, Franky Gogo and Gigsta for withdrawing from #PopKulturBerlin! All artists should boycott the festival until it drops its partnership with apartheid Israel. No progressive festival artwashes massacres. #PK22
In solidarity,
Palestinian Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel (PACBI)
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TAKE NOTE:
The nonviolent BDS movement for freedom, justice and equality is supported by the absolute majority in Palestinian society. BDS rejects all forms of racism and racial discrimination.
Appello a Bruxelles contro la criminalizzazione delle Ong palestinesi
Decine di organizzazioni e sindacati hanno inviato un appello a Josef Borrell, Alto Rappresentante della politica estera dell’Unione Europea contro la messa fuorilegge di alcune Ong palestinesi da parte da Israele.
Qui di seguito il testo dell’appello e le organizzazioni che l’hanno sottoscritto.
Gentile Alto Rappresentante,
Come organizzazioni della società civile europea, vorremmo allertarla sulla gravissima situazione creata dalla criminalizzazione da parte Stato di Israele contro sei delle più importanti e riconosciute organizzazioni palestinesi per i diritti umani:
● Addameer Prisoner Support and Human Rights Association,
● Al Haq – Legge al servizio degli uomini,
● Bisan Centro di Ricerca e Sviluppo,
● Defense for Children International – Palestina,
● l’Unione dei Comitati del Lavoro Agricolo
● Unione dei Comitati delle Donne Palestinesi
Dopo la loro classificazione come “terroristi” il 22 ottobre, e con la successiva ordinanza militare di interdizione del 7 novembre, sono in grave pericolo: i loro locali possono essere invasi o chiusi, le loro attrezzature confiscate, i loro dirigenti e personale arrestati ed il loro finanziamento potrebbe essere in pericolo. I servizi di protezione che forniscono alla popolazione palestinese, così come la loro capacità di informare gli organismi internazionali sulle violazioni dei diritti umani in Palestina, sono messi a repentaglio da questa decisione. L’Unione europea deve restare fedele ai propri valori e deve proteggerle.
La dichiarazione del portavoce di EEAS del 22 ottobre, non era commisurata alla gravità di queste minacce. Affermando di “prendere sul serio” le affermazioni delle autorità israeliane e chiedendo loro “chiarimenti”, essa dà peso ad accuse contro partners che l’Unione Europea conosce perfettamente da anni, e legittima l’idea che lo Stato di Israele avrebbe un motivo legittimo per porre questa questione.
Questo è doppiamente errato: in primo luogo perché queste organizzazioni sono soggette alla legge palestinese e lo Stato di Israele non ha alcun diritto di interferire nei loro affari, e in secondo luogo perché i leader israeliani che le accusano sono gli stessi che potrebbero essere implicati nei procedimenti della Corte Penale Internazionale, che a loro volta potrebbero essere basati sulle informazioni e sui fascicoli di indagine forniti da queste ONG.
Le chiediamo quindi prima di tutto una dichiarazione pubblica molto più chiara su questo tema. In particolare, le chiediamo di:
● respingere chiaramente le accuse israeliane e mettere in dubbio la loro legittimità,;
● rinnovare pubblicamente la Sua fiducia in queste organizzazioni per i diritti umani, che stanno svolgendo un lavoro straordinario ed indispensabile sul campo;
● chiedere formalmente al governo israeliano di annullare le sue decisioni di designarle come terroriste e successivamente metterle al bando;
● informare tutti i donatori e gli intermediari finanziari della ricusazione delle decisioni prese dallo Stato di Israele e della vostra fiducia nelle ONG in questione;
● ricevere ufficialmente, al Suo livello, i leader di queste ONG e assicurare loro il Suo pieno sostegno,
● sostenere pubblicamente e finanziariamente l’azione della Corte Penale Internazionale, compreso il caso della Palestina.
Al di là di questa indispensabile presa di posizione, è necessario agire.
Il primo ed immediato atto che puo’ compiere, insieme alla Commissione europea di cui è Vicepresidente, riguarda l’accordo per includere Israele nel programma di ricerca e sviluppo di Horizon Europe. Mentre si può immaginare che anche il semplice rispetto delle linee guida del luglio 2013 non sia stato approvato da Israele in buona fede, la Commissione probabilmente ha voluto compiere un “gesto positivo” nei confronti di Israele dichiarando il 18 ottobre la conclusione dei negoziati.
Conosciamo gli eventi successivi: quattro giorni dopo, lo Stato di Israele ha lanciato l’offensiva più grave della storia contro le organizzazioni palestinesi per i diritti umani. E pochi giorni dopo, il 30 ottobre, l’ambasciatore israeliano ha stracciato il rapporto del Comitato per i diritti umani dell’ONU alle Nazioni Unite.
In tale contesto, la firma di questo accordo, prevista per il 9 dicembre, sarebbe una vergogna per l’Europa.
Le chiediamo, signor Alto Rappresentante, di adottare le misure necessarie per sospendere la firma di questo accordo. Questa è una semplice misura di decenza.
Oltre a ciò, se lo Stato di Israele persiste nella sua posizione, dovranno essere prese misure più vincolanti.

È difficile immaginare che qualcuno viva una vita normale nella Striscia di Gaza: questo documentario irlandese è un meraviglioso ritratto di chi abita in quel luogo, gente comune che vive una vita piena nonostante le macerie causate dal perenne conflitto.
Prenota subito il tuo biglietto gratuito
https://bit.ly/IFF-Gaza
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https://www.facebook.com/irishfilmfesta/posts/1947555882081125
https://www.instagram.com/tv/CRHTzjxgyf9/
JVP member Maya Edery shares her journey away from Zionism and toward support for Palestinian liberation — a journey that more and more Jews are embarking on, in part thanks to Maya herself!
In this interview, Maya discusses how her family’s history of oppression — as Ashkenazi Jews in Auschwitz and as Moroccan Jews experiencing state violence in Israel — has informed how she views oppression and resistance to oppression. She describes the kind of Zionist propaganda instilled in her while she was growing up and remembers her moments of revelation about Palestine. Finally, she talks about her responsibility to support the BDS movement as well as to challenge Zionism and white supremacy in Jewish communities, despite the accusations of antisemitism weaponized against those who do so.
https://jewishvoiceforpeace.org/
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https://www.instagram.com/tv/CRHTzjxgyf9/
JVP member Maya Edery shares her journey away from Zionism and toward support for Palestinian liberation — a journey that more and more Jews are embarking on, in part thanks to Maya herself!
In this interview, Maya discusses how her family’s history of oppression — as Ashkenazi Jews in Auschwitz and as Moroccan Jews experiencing state violence in Israel — has informed how she views oppression and resistance to oppression. She describes the kind of Zionist propaganda instilled in her while she was growing up and remembers her moments of revelation about Palestine. Finally, she talks about her responsibility to support the BDS movement as well as to challenge Zionism and white supremacy in Jewish communities, despite the accusations of antisemitism weaponized against those who do so.
https://jewishvoiceforpeace.org/
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grazie ad Antonio Sparzani @ Nazione indiana
https://secure.avaaz.org/campaign/it/palestine_sheikh_jarrah_sig_loc
Siamo sull’orlo di una vera e propria guerra tra Israele e Palestina.
31 bambini palestinesi sono già stati uccisi, così come molte madri. Centinaia di feriti.
L’escalation armata cresce. Velocemente.
Alla radice di tutto c’è l’occupazione israeliana illegale della Palestina e decenni di feroce oppressione del popolo palestinese, che Human Rights Watch ha appena denunciato come “crimini contro l’umanità“.
Tutto è iniziato lì ed è lì che deve finire.
Forse l’unico modo per fermare gli sfratti violenti dei palestinesi dalle loro case, la sopraffazione quotidiana di famiglie innocenti, il lancio di razzi di Hamas e il bombardamento israeliano di Gaza, è rendere il costo economico di questo conflitto troppo alto.
È esattamente quello che ha contribuito ad abolire l’apartheid in Sud Africa, e può farlo anche qui.
Abbiamo appena raggiunto 2 milioni di firme. Unisciti al nostro appello per chiedere sanzioni contro Israele per aver violato il diritto internazionale e commesso crimini contro l’umanità. Facciamo che sia un momento di svolta decisivo.
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