Con i buoni sentimenti si fanno brutti libri?
Etiche, estetiche e problemi della rappresentazione
Convegno annuale dell’Associazione di Teoria e Storia Comparata della Letteratura
http://www.compalit.it/convegni/con-i-buoni-sentimenti-si-fanno-brutti-libri/
Milano, 9-11 dicembre 2021
>>> Programma
>>> Sessioni parallele – Abstract
>>> Informazioni logistiche
Il tema
«È con i buoni sentimenti che si fa la cattiva letteratura». Come tutti i paradossi di tono wildiano, la celebre battuta di André Gide che dà il titolo all’edizione di Compalit 2021 è superba, ma semplifica eccessivamente il problema. Per millenni nessuno si sarebbe mai sognato di mettere in discussione, almeno ufficialmente, l’assunto che discorso estetico ed etica dominante dovessero procedere in parallelo, dalla Grecia antica a buona parte del diciannovesimo secolo compreso. È solo con l’insorgere dell’autonomia della sfera estetica, dai suoi prodromi tardo-settecenteschi alla sua esplosione modernista, che tra le due serie è venuta stabilendosi, se non un’aperta ostilità, quanto meno un’estraneità a geometria variabile. Un’estraneità, peraltro, oggi rimessa in discussione in moltissimi ambiti della ricerca artistica e dello studio a essa collegato: vasti settori degli studi culturali e di genere, il neoaristotelismo della scuola di Chicago che ha oggi la sua rappresentante più celebre in Martha Nussbaum, per non parlare del senso comune, della comunicazione giornalistica e di quella istituzionale. Per comprensibilissime ragioni, il male continua a non godere di buona stampa. La complicata dialettica tra estetica, etica e istituzioni di potere rimane un campo di battaglia più frequentato e segmentato che mai, ricco di stimoli così come anche fecondo di equivoci e di ritorni a un moralismo stucchevole perché rassicurante, incapace di porsi la questione fondamentale: il male, e dunque per converso il bene, di chi? Chi decide cosa è conforme alla morale corrente? Chi decide cosa la infrange? Chi decide quando è lecito o anche soltanto piacevole infrangerla? Per non parlare dell’implicito eurocentrismo del divorzio tra etica ed estetica spacciato come la specificità stessa del fenomeno estetico, idea che non aveva mai messo radici in altre culture prima che l’imperialismo europeo le colonizzasse. Continua a leggere