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stop #shadowbanning

facebook continua evidentemente con la pratica della censura (inapparente: #shadowbanning), oscurando in sostanza i post pro-Palestina, passandoli raramente nella bacheca principale. per cui suggerisco a tutti di invadere tutti gli altri social, nessuno escluso, e costruire però ciascuno una sua base maggiore nel fediverso, ossia fuori dai social generalisti, per esempio su #mastodon.

e magari da lì (e/o non solo da lì) diffondere immagini, link, video e notizie. anche via piattaforme di hosting libere (una è questa su cui scrivo: noblogs.org).

Costituire e ampliare reti sociali indipendenti

INSISTO, anche sulla scorta del continuo #shadowbanning / #censura che i social generalisti operano nei confronti delle notizie dal medio oriente e ovviamente dalla #Palestina: è pressoché indispensabile e sicuramente URGENTE costituire e ampliare #comunità online e #retisociali altrove, direi soprattutto su #Mastodon e #Telegram, che al momento sembrano raccogliere il maggioor numero di #partecipanti (basta con ‘sti **zzo di “utenti“, non siamo #utenti manco per il ****o). di sicuro, se volete, trovate me (e molti altri) qui: https://mastodon.uno/@differx o qui: https://bsky.app/profile/differx.bsky.social o ancora qui: https://t.me/slowforward  * non è impossibile creare situazioni collettive di condivisione di informazioni politiche, aggiornamenti, ricostruzioni storiche, materiali sperimentali, #scritturadiricerca, testi inclassificabili, oggetti letterari (o visivi, o musicali) non identificati, #artedeviante / #deviantart, verbo-visual stuff, #glitch, scritture asemiche / #asemicwriting — eccetera.
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exploring the fediverse

I’m exploring the #fediverse looking for Italian (and/or .EN and/or .FR) #experimentalwriting — and traces of #asemicwriting too.

But it seems that very very few people dealing with that kind of stuff live under the fediverse free flag. (Is there anybody out there?!)

I have (and I like and use a lot) my #mastodon space here: @differx@mastodon.uno, while I get no echoes by my #friendica account https://poliverso.org/profile/differx : friendica is quite the opposite of an artist-overcrowded area. I find there are great political posts by The Globalist and Radio Onda d’Urto, ok —and (for now) that’s all.

Well. I’m slowly scanning the fediverse here and there but I think I’ll never use some of the (undoubtedly interesting and useful) account I set up.
E.g., I see there are very few pieces of asemic stuff in diaspora. I found this one, https://diasp.org/posts/6812084 by Lucinda Sherlock, yes, and it is a gorgeous work, but it has been published seven years ago.

Some zones of the fediverse resemble a desert.

I go on exploring & I’ll tell you if pools of actual water surface…

Il canale telegram di slowforward

https://t.me/slowforward

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#scritturadiricerca

#scritturediricerca

#experimentalwriting

#glitch

#noise

#vispo

#installance

#materialiverbovisivi

#asemicwriting

#improvisedmusic

#palestine

#palestina

#antifascism

#antifascismo

#antifa

aggiornamenti sui social: individuare differx/marco

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​mi trovate qui:

slowforward
slow whatsapp
slow telegram
slow tumblr

slow @ archive.org
+
DIFFERX.noblogs.org

GAMMM
ESISTE LA RICERCA

COMPOSTXT
PONTE BIANCO
+

marco / facebook
marco / instagram
marco / threads
marco / mastodon

marco / bluesky
marco / twitter
differx / tumblr
differx / instagram

(e su discord: chi vuole unirsi al
server di scrittura di ricerca mi scriva)
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presenza accresciuta

Avviso ai naviganti: per ragioni politiche abbastanza evidenti, spero nel tempo di stare molto più qui su noblogs e mastodon che su altre piattaforme, nonostante debba dire che wordpress rimane la piattaforma a mio avviso migliore, e quindi è del tutto impensabile che io lasci slowforward.net, che resta il mio sito principale. Questo, differx.noblogs.org, è però il suo gemello eterozigote, con parecchia indipendenza…

i coloni, frammentanti

il grado di disintegrazione territoriale all’interno della Cisgiordania è fortissimo, e fortissimamente incrementato dalla politica separatrice di Israele negli anni.

discontinuità territoriale che si apprezza che si apprezza sulla carta geografica e in visione dall’alto. una vera bomba a frammentazione, in cui le schegge malevole sono gli insediamenti dei coloni. si insediano, insidiano.

[r] _ ma no, ma no, ma ni, non è morta, la poesia, su

Man Ray, Paris, mai, 1924

coraggio, editorialisti e notillatori, in rete e fuori, non prendete per forza alla lettera la grigiorosea parola postpoesia: non v’impauri, campioni.

la poesia non defunse, anzi della sua viridescente vis voi siete – è fama – i promoter più scafati e, mi si consenta, fichi.

è stagione, tuttavia, che dai vostri castelli vitivinicolmente muniti oscilliate il benigno capo a far sonare il sì, a testimoniare – intendo – che nelle vostre medesime letture tante tante volte v’è occorso di non incontrare il vocabolo che amate, ossia la non-morta poesì (avvezza a resurgere ogni minuto), bensì qualche altro lemma, diverso, divergente, che magari con la suddetta non aveva accidente alcuno da spartire. (obstupescit reader).

facendo mente locale:

epiphanies (James Joyce 1900-1904), tender buttons (Gertrude Stein 1914), tropismes (Nathalie Sarraute 1939), notes (Marcel Duchamp, pubbl. post. 1980), nioques (Francis Ponge 1983, Jean-Marie Gleize), proêmes (Ponge), textes pour rien (Samuel Beckett), antéfixes o dépôts de savoir & de technique (Denis Roche), descrizioni in atto (Roberto Roversi), verbotetture (Arrigo Lora Totino 1966), bricolages (Renato Pedio), domande a risposta multipla (John Ashbery; e cfr. Alejandro Zambra, nel nostro secolo), mobiles o boomerangs (Michel Butor), visas (Vittorio Reta), postkarten (Edoardo Sanguineti 1978), sentences (Robert Grenier 1978), subtotals (Gregory Burnham), films (Corrado Costa), schizografie (Gian Paolo Roffi), drafts (Rachel Blau DuPlessis), esercizi ed epigrammi (Elio Pagliarani), frisbees (Giulia Niccolai), anachronismes (Christophe Tarkos), remarques (Nathalie Quintane), ricognizioni (Riccardo Cavallo), anatre di ghiaccio (Mariano Bàino), lettere nere (Andrea Raos), linee (Florinda Fusco), ossidiane e endoglosse e microtensori e “installances” (Marco Giovenale 2001, 2004, 2010, 2010), tracce (Gherardo Bortolotti 2005), prati (Andrea Inglese), diphasic rumors (Jon Leon 2008), united automations (Roberto Cavallera 2012), paragrafi (Michele Zaffarano 2014), incidents (Luc Bénazet 2018), sentences (Cia Rinne 2019), defixiones (Daniele Poletti),  avventure minime (Alessandro Broggi), développements (Jérôme Game), conglomerati (Andrea Zanzotto), saturazioni (Simona Menicocci), nughette (Leonardo Canella), sinapsi (Marilina Ciaco), dottrine (Pasquale Polidori), disordini (Fiammetta Cirilli), spostamenti (Carlo Sperduti), spore (Antonio F. Perozzi). E aggiungerei le frecce di Milli Graffi.

veh, quante cose si posson leggere gioendo, senza per questo ammazzare la P maiuscola. come dite? ciò purtuttavia vi noia?

ah ma ecco allora perché Emilio Villa così parsimoniosamente o punto pregiate, e v’irrita.

invece che poesie ha scritto “cause”, “variazioni”, “attributi”, “phrenodiae”, “méditations courtes”, “videogrammi”, “letanie”, “sibille”, “trous”, “labirinti”, “tarocchi”, … tutte forme disperse come, già nel 1949, i suoi “sassi nel Tevere”.

è una litofobia, la vostra, ora intendo.

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messaggi ai poeti / utili sussidi / vediamo se riesco a spiegarmi (con un cb ennesimo eccetera)

ma poi l’avete capita questa differenza tra talento e genio, questa faccenda dei SIGNIFICANTI, o CB deve resuscitare e farvi un disegno?

“messaggi ai poeti”, “utili sussidi” e “vediamo se riesco a spiegarmi” erano e sono tre tag sotto cui ho cercato anzi cercai (a vuoto) di versare la cognizione della centralità di talune quistioni di base nella meninge dell’italo medioscrivente.

ah, e poi ancora: 

copernico vs. tolomeo / carmelo bene

carmelo bene: frammento audio su io e soggetto (dell’inconscio) nel libro “‘l mal de’ fiori”

il tealtro. carmelo bene (1968) e la critica dalle 22 alle 24. (a mio avviso non parla solo del teatro)

worstward più di sempre

io continuo a postare robe di letteratura, di arte, anche tra poco, sì.
però che stiamo affondando, Worstward Ho, è chiarissimo. l’Italia fasciodiretta e nana, e i maggiorenti eurostatunitensi del genocidio palestinese, poi tutta la combriccola delle banche al seguito, o forse in testa.
gli intelletti attuali italini vedono il genocidio e mosca, zitti, o non vedono, chi lo sa.
a Gaza continuano a dire, sotto le bombe, che è importante non smettere di denunciare quello che sta succedendo, la pulizia etnica, i crimini contro l’umanità commessi dai sionisti e dai loro complici del suddetto Far Worst. (near, so near). bisogna ascoltare.
quindi no, non “potrei sotto il capo dei corpi riversi / posare un mio fitto volume di versi”, e nemmeno di prose. ma almeno a intervalli seguo e ascolto Gaza. vi faccio vedere, qui e nei “social” (che però volentieri censurano, come possono) un po’ di foto e di ferri, che non sono cartoline, anche dalla Cisgiordania. le cose che i filosionisti, tutti col “7” tatuato sulla fronte e completato in svastica, non vedono e non vogliono vediate

pod al popolo, #024: notilla con apertura nomenclativa, sulle scritture complesse – eccetera

Alcune riflessioni dopo l’incontro Scritture complesse, a Parma, Abbazia di Valserena, 16 dicembre 2023, soprattutto intorno all’intervento di Luigi Severi. Ora su Pod al popolo. Il podcast irregolare, ennesimo fail again fail better dell’occidente postremo. Buon ascolto.